Il decreto realizza il riordino territoriale delle comunità montane e la loro valorizzazione quali enti di presidio dei territori montani. In particolare, supera la sovrapposizione tra enti di governo e di gestione dei servizi negli stessi ambiti territoriali, sviluppa la qualità complessiva delle prestazioni dei livelli di governo e incrementa la partecipazione delle popolazioni montane al processo di sviluppo socio-economico della montagna, nello spirito originario dell’ente montano.
Le comunità montane passano dalle 27 attuali a 21; i comuni da 365 attuali a 271, di cui 174 totalmente montani, 89 parzialmente montani e solo 8 non montani rispetto ai 70 attuali; i componenti gli organismi da 1458 a 352, di cui 21 presidenti rispetto ai 27 attuali, 271 componenti i consigli generali contro i 1208 e 60 assessori contro i 223. E’ stato inoltre deciso che l’indennità per i presidenti e gli assessori, qualora riconosciuta dagli statuti, viene ridotta al 40% di quella prevista dalla legge statale, mentre ai consiglieri non spetta alcun gettone. Il disegno di legge comporta in totale per le comunità montane un risparmio di spesa quantificato in 3.059.079,56 euro.