Integrazione regionale alla cassa integrazione: da Pomigliano arriva l’allarme. A quanto pare qualcosa si è inceppato nel meccanismo regionale di erogazione della somma e gli operai campani del settore automotive -, ai quali era stata destinata la misura proprio per coadiuvare l’importo della Cig nel superamento dell’emergenza lavorativa durante la crisi -, si troverebbero dunque nell’indisponibilità di quel denaro. 350 euro per i primi due mesi e 240 euro per i restanti sei mesi, a partire dallo scorso maggio: questo il gruzzoletto supplementare che dovrebbe giovare alle tasche dei lavoratori dell’indotto, circa 7000 dipendenti Fiat tra Napoli ed Avellino, più i quasi 5mila addetti dell’indotto. Un’erogazione che sarebbe però ferma da giugno, dopo solo due mesi di funzionamento. E quindi via alla denuncia, con gli operai di Pomigliano che non ci stanno e chiedono spiegazioni al massimo organismo territoriale. Nello specifico ad essere messo sotto accusa non è lo strumento in sé, ritenuto senz’altro un valido supporto alla cassa integrazione, ma le modalità attraverso le quali funziona, stando chiaramente ai tre mesi di ritardo che si registrano nell’erogazione della somma. Discorso analogo anche per quanto riguarda la formazione, altra misura tampone anticrisi e anch’essa ferma da giugno, in attesa di definizione di una nuova sede – dopo quella degli stabilimenti Fiat – presso la quale essere tenuta. I lavoratori reclamano dunque una spiegazione dalla Regione ed il ripristino immediato dei provvedimenti in questione.