Regionali, sarà ancora De Luca contro Caldoro: così nel 2010

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A distanza di cinque anni si rinnoverà la sfida Caldoro-De Luca in Campania.

Il Governatore uscente Stefano Caldoro, alle regionali del 2010, si impose sul sindaco di Salerno con il 54% dei consensi (Vincenzo De Luca si fermò a quota 43%); gli altri candidati, Paolo Ferrero (per Rifondazione, Comunisti italiani e Sinistra Europea) e Roberto Fico (M5S, oggi presidente della Commissione di Vigilanza Rai) si fermarono rispettivamente a poco più dell’1%.

E’ chiaro che anche quest’anno si riproporrà la stessa medesima battaglia: da una parte il blocco di centro destra a sostegno del Governatore uscente, dall’altra la coalizione di centro sinistra a sostegno del sindaco decaduto di Salerno. L’incognita (0 terzo incomodo, fate voi) – per le regionali 2015 – sarà però rappresentato dal consenso che riuscirà a strappare Valeria Ciarambino e la formazione grillina che, in Campania, nelle ultime 2 tornate elettorali (Europee 2014 e Politiche 2013) si è attestata a ben oltre il 20%.

Passano gli anni, cambiano le coalizioni e i partiti. Se cinque anni fa Vincenzo De Luca poté contare anche sull’apporto dei Vendoliani di Sinistra Ecologia e Libertà, quest’anno la formazione che si rifà al Governatore uscente della Puglia (così come Rifondazione e Comunisti Italiani) andrà in corsa solitaria con Salvatore Vozza, candidato Governatore per la lista Sinistra al Lavoro per la Campania.

De Luca però, a differenza di cinque anni fa, potrà contare sui voti dell’Unione di Centro (i demitiani nel 2010 raccolsero quasi il 10% con picchi del 17% in provincia di Avellino), passati con l’avversario dell’ormai ex alleato Caldoro pochi giorni prima della chiusura delle liste.

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Cinque anni fa, si votò in due giorni distinti (28 e 29 marzo); i votanti furono poco più di 3,1 milioni di campani pari a quasi il 63% degli elettori (-5% rispetto alle regionali del 2005).

elezioni_regionaliIL VOTO DEL 2010 IN IRPINIA – Cinque anni fa la provincia di Avellino decretò un quasi plebiscito per Stefano Caldoro: il candidato del centro destra raggiunse quasi il 55% delle preferenze mentre le liste collegate sfondarono quota 60%. De Luca si fermò al 42% (le liste collegate al 36%).

Cinque furono i consiglieri eletti: Antonia Ruggiero in lista col PdL, Pietro Foglia con l’UdC, Sergio Nappi con Noi Sud, Ettore Zecchino con AdC e Rosetta D’Amelio col Pd.

A guidare la vittoria di Caldoro in provincia di Avellino le liste del PdL col 21% e dell’UdC col 17%. Il Pd si attestò al 21%.

Il più votato fu Pietro Foglia con oltre 15mila preferenze, seguito da Rosetta D’Amelio con oltre 14mila preferenze, Donato Pennetta con 13500 voti (primo dei non eletti nella lista Pd), Antonia Ruggiero con oltre 11mila voti e Generoso Cusano con 10mila preferenze (primo dei non eletti nella lista PdL).

56% fu l’affluenza definitiva alle urne in Irpinia nel 2010.

COSA CAMBIA – A differenza del 2010, quest’anno nella circoscrizione di Avellino verranno eletti 4 consiglieri. 

Detto già della crescita del M5S, valutando a livello provinciale la tenuta delle preferenze dei vari partiti in campo, troviamo in risalita in Irpinia rispetto al 2010 il Partito Democratico che è passato dai 46mila voti e il 21% dei consensi delle Regionali del 2010 al 24% (e quasi 60mila voti) delle Politiche del 2013, al 37% (con 77mila voti) delle Europee del 2014.

Forza Italia ad Avellino, a dispetto di quanto si creda, arriva alle Regionali mantenendo il consenso raccolto nell’exploit del 2010. Cinque anni fa, il PdL (quindi Forza Italia + Alleanza Nazionale) strappò 47mila preferenze e oltre 21% in Irpinia; alle Politiche del 2013, sempre in quota PdL, la percentuale non mutò (20,9%) e le preferenze furono 51mila. Così alle Europee del 2014 quando Forza Italia si attestò in Irpinia al 20,7% (FdI al 3,4 e UdC+Ncd al 9% circa).

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