Referendum sulla Cittadinanza, Acerbo (Prc): il sistema vuole oscurarlo, teme il cambiamento

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AVELLINO- “Non credo che la cittadinanza sia poco attenta ai referendum, la verita’ e’ che il sistema politico cerca di disinnescare di solito i referendum parlandone pochissimo, perché sono uno strumento di democrazia che mette direttamente nelle mani dei cittadini le decisioni”. E’ quello che il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo ha ricordato, rispondendo alle domande della stampa a margine dell’appuntamento organizzato questa sera presso il Circolo di Avionica in Via Colombo insieme ai Radicali per promuovere il si’ al Referendum sulla Cittadinanza. All’appuntamento, insieme ai riferimenti locali di Rifondazione Comunista, Radicali, Piu’ Europa, Sinistra Italiana, Libera e Pd ci sono anche Filippo Blengino, Segretario nazionale di Radicali Italiani, e Matteo Hallissey, Presidente nazionale di Più Europa e Radicali Italiani.
IL QUESITO
Il prossimo 8 e 9 giugno gli italiani saranno chiamati a votare su cinque quesiti referendari, tutti abrogativi, quindi con effetti diretti sulle norme. Questa sera ad Avellino c’è stata un’iniziativa sul quinto quesito. Si tratta di quello per la Cittadinanza. La domanda su cui i cittadini saranno chiamati a decidere e’ questa: «Volete voi abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?».
Si tratta di un referendum abrogativo, per cui votando si’, come propongono Rifondazione Comunsta e i Radicali, che hanno promosso il quesito referendario, sarà modificato l’articolo 9 della legge n. 91/1992 con cui si è innalzato il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia ai fini della presentazione della domanda di concessione della cittadinanza da parte dei maggiorenni. Le norme torneranno quelle precedenti e riguardano secondo una stima, proposta anche nel Report della Cgil sui quesiti referendari, due milioni e mezzo di persone. A proposito di questo quesito referendario il segretario di Rifondazione Comunista e’ stato chiaro: “Il quesito di cui parliamo stasera riguarda una questione fondamentale. Perché ci sono in Italia milioni di persone che vivono e lavorano in Italia da anni e subiscono una legislazione che non c’è in altri paesi europei. Badate bene, che non c’era neanche in Italia fino al 1992. Cioè negli anni 50 l’Italia era più avanti di oggi nel riconoscere la cittadinanza a chi viveva in Italia, pagava le tasse, parlava l’italiano, aveva la fedina penale è aveva un lavoro. Aveva più facilità di acquisire la cittadinanza nel 1930 che oggi. Ora anche questo riguarda tutti. Perché si parla tanto della questione dell’immigrazione. Ma la condizione di non cittadinanza delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati produce anche questo dei fenomeni negativi che riguardano tutti. Perché se hai la cittadinanza hai più diritti e quindi non non sarai usato per diminuire i diritti degli italiani. Quindi anche questo è un referendum di civiltà, oramai nelle scuole i nostri nipoti, i nostri figli frequentano le lezioni con bambini o ragazzi i cui genitori sono venuti dall’estero. Siamo in un altro mondo e ora che si facciano delle leggi adeguate tra l’altro, ripeto,n il referendum ci riporta la situazione che c’era prima in Italia, quando l’Italia era un paese migliore di oggi sul piano politico”. Per Acerbo la vera battaglia sara’ far conoscere i quesiti e i problemi assai sentiti che sono collegati agli stessi alla cittadinanza: Ovviamente, molto spesso i partiti di governo, ma non solo, quando si trovano di fronte ad un referendum cercano di non parlarne, non di batterlo con gli argomenti, ma semplicemente di oscurarlo, in modo che non si raggiunga il quorum. Noi lavoreremo per fare sì che queste questioni raggiungano la maggioranza dei cittadini. Perché sono referendum, l’insieme dei quesiti che riguardano problemi assai sentiti dalla comunità. Perché in ogni famiglia c’è un lavoratore precario, ogni giorno in Italia muoiono tre persone sul lavoro, anche di più. E molto spesso sono dipendenti di ditte in subappalto. I referendum non riguardano argomenti astratti, per politicanti o per addetti ai lavori, riguardano tutta la comunità, tra l’altro anche quelli che non sono precari. Finché c’è questa precarietà, c’è una perdita di potere contrattuale per tutti i lavoratori. Infatti l’Italia e’ il Paese d’Europa in cui salari sono più bassi, quindi è interesse anche di chi non è precario fare in modo che diminuisca la precarietà del lavoro e aggiungo di più, è interesse anche di chi fa un lavoro autonomo, perché se la gente guadagna poco anche i negozi vendono poco, quindi interesse di tutta la società che questi referendum vadano avanti e per questo che il sistema politico non ne parla. Perché altrimenti verrebbe fuori”. Tornando al quesito sulla Cittadinanza, Acerbo riflette su quanto siano importanti i quesiti referendari: “I quesiti referendari sono importanti. Questo sulla cittadinanza. Noi abbiamo promosso insieme ai radicali su cui su altri temi non siamo d’accordo, però il referendum sono importanti perché si discute della questione concreta noi con i radicali siamo sempre stati d’accordo sul piano dei diritti e questo è un referendum fondamentale che mi pare sfidi anche la demagogia della Destra perché la destra ha detto: prima gli italiani. Ma poi è per il precariato ha tolto il reddito di cittadinanza, quindi ha dimostrato che è solo per prima gli italiani ricchi. Noi cerchiamo secondo me è un fatto molto bello, che ci siano i quesiti sul lavoro e il quesito sulla cittadinanza perché tutti insieme e delineano un’idea di società molto diversa da quella della destra che ha un’idea completamente fallimentare possiamo vedere perché se noi togliamo al governo Meloni le polemiche che ogni giorno si inventano su temi che dovrebbero essere più da come meglio storico con l’ultimo su Ventotene, e cioè se togliamo le polemiche cosa rimane? Cosa ha fatto questo governo? Per quanto riguarda i problemi delle italiane degli italiani ha fatto qualche provvedimento serio? Per la sanità ha fatto qualche provvedimento serio? Ha fatto qualcosa per aumentare i salari? No perché sono pure contro. Quindi io credo che sia un banco di prova di un cambiamento, vero, non solo rispetto a questo governo, ma anche rispetto a quelli precedenti”.

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