Reddito di salute: 800 euro per chi non può curarsi

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Stefano Caldoro
Stefano Caldoro

Caldoro lancia il reddito di salute: 800 euro per chi non può curarsi. Per l’ex governatore Stefano Caldoro si tratta di una misura che non ha bisogno nè di speciali provvedimenti legislativi, nè di particolari autorizzazioni da Bruxelles, dato che le risorse eventualmente impiegate potranno essere recuperate dalla riprogrammazione dei fondi europei per il Sud sul modello già sperimentato a suo tempo dall’ex ministro per la Coesione Fabrizio Barca.

“Si propone — ha spiegato l’attuale capo dell’opposizione in consiglio regionale — di destinare circa il 20% della cifra prevista per il welfare alla salute dei cittadini”. La misura permetterebbe di invertire il trend negativo sulle aspettative di vita con i cittadini del Sud che vivono mediamente 24 mesi in meno di quelli del Nord, di produrre un extra budget per la popolazione a basso reddito (circa 5 milioni di persone), sostenendo un corretto comportamento che, anche dopo i tré anni di start up previsti, tenda a stabilizzasi oltre la durata della misura.

L’ex presidente della Campania del centrodestra sottolinea che la ripartizione del budget pubblico per la sanità è di circa 116 miliardi di euro. “Si possono riprogrammare le risorse europee — ha spiegato Caldoro — e le coperture ci sono, non come per il reddito di cittadinanza o come la pasticciata proposta di De Luca per il suo Piano per il Lavoro, di cui non c’è ancora un documento sul quale discutere seriamente”.

Il reddito di salute viene strutturato su tre assi: fondi per l’assistenza sanitaria integrativa con il modello mutualistico; il sistema sanitario pubblico e privato accreditato; il coinvolgimento di circa 5 milioni di cittadini del Mezzogiorno (esenti da ticket o con reddito basso) per un costo di 7-10 miliardi di euro. L’ex governatore tiene a precisare che “non daremmo i soldi ai cittadini, ma con una gara Consip o Soresa si possono coinvolgere i fondi mutualistici, i quali si prenderanno in carico i cittadini con reddito basso per curarli nelle strutture pubbliche attraverso il ricorso all’intra moenia o nel privato accreditato e cosi risolveremo anche il problema del tetto di spesa dei privati, certificando l’accelerazione della spesa dei fondi europei”.