“Coro razzista dalla tribuna”, “Ragazzino preso a calci in testa in campo”, “Razzismo e insulti negli stadi: per il 60% degli italiani è normale, fa parte del tifo”, “Insulti razzisti a due avversari, 17enne squalificato per 10 giornate”, “Aggressione razzista: giocatore in ospedale dopo gli insulti”, “Donna urla dagli spalti: sei una scimmia!”. Solo alcuni, questi, dei titoli di giornale che spesso, troppo spesso, sono costretti a occuparsi di uno dei problemi più tangibili della società e – in quanto suo specchio speculare – del mondo dello sport, del calcio in particolare.
E oggi, 21 marzo, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, proprio il mondo del calcio si è mobilitato con una campagna di sensibilizzazione che ha visto in prima linea la Lega Serie A e la Lega Nazionale Dilettanti.
Una giornata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per commemorare il Massacro di Sharpeville, del 1960, in Sudafrica, quando – durante una protesta pacifica contro il sistema dell’apartheid – la polizia aprì il fuoco su una folla di manifestanti, uccidendone 69 e ferendone molti altri. Una giornata nata con lo scopo di combattere le discriminazioni razziali in tutte le sue forme (anche quelle istituzionali, che si manifestano attraverso politiche e leggi ingiuste), di promuovere l’uguaglianza, combattendo stereotipi e pregiudizi, e di sostenere i diritti umani: uniformità di trattamento, libertà di espressione, accesso all’istruzione, una vita dignitosa per tutte e tutti.
E lo sport, che è strumento di aggregazione e inclusione sociale, a quest’orizzonte non può sottrarsi: “Ancora oggi, negli stadi, assistiamo a episodi di razzismo di difficile comprensione. – scrive la Lega Nazionale Dilettanti, nella campagna contro il razzismo promossa insieme a Treccani – Ogni giocatore, ogni tifoso, ogni persona merita rispetto. Diciamo basta a ogni forma di discriminazione e costruiamo insieme uno sport più inclusivo e giusto”.
“Il vero sport celebra la diversità, abbatte i pregiudizi e unisce le persone. – proseguono – Il razzismo è incomprensibile. Insultare qualcuno per le sue origini è incomprensibile. Offendere qualcuno per il suo colore della pelle è incomprensibile”.
“Keep Racism Out” – fa eco, invece, la Lega Serie A – “Fuori, perchè combatterlo è una scelta. Fuori, perchè il calcio è di tutti e noi scegliamo di condividerlo. Fuori, perchè l’intolleranza divide e noi scegliamo di essere uniti. Fuori, perchè l’aggressività mette in pericolo e noi scegliamo di proteggere. Fuori, perchè chi tace lascia spazio all’ingiustizia e noi scegliamo di farci sentire”.
Anche l’Avellino Basket non si tira indietro in questa giornata, con l’immagine di un emblematico abbraccio tra due dei suoi giocatori: “Oggi scendiamo in campo per sostenere uno sport che unisce, che accoglie e non fa distinzioni. Stessi sogni, stessa passione, stessi valori. Diamo un assist alla diversità, difendiamo l’inclusione”.
Con la speranza che tutte queste parole si traducano in atti concreti, quando e dove ce ne sarà bisogno.