Questa mattina, il segretario provinciale della Cgil di Avellino, Vincenzo Petruzziello, ed il presidente del Direttivo provinciale, Pietro Mitrione, hanno visitato i luoghi colpiti dalle precipitazioni nella giornata di ieri, incontrando gli amministratori locali, la popolazione, portando solidarietà e sostegno ai sindaci di Solofra e Montoro, estendo idealmente il sostegno ai sindaci di tutti i comuni colpiti, e per verificare i danni registrati nell’area della Valle dell’Irno. I rappresentanti del sindacato hanno anche vivisitato le aree industriali di Solofra e Montoro verificando che nessun danno è stato registrato dagli opifici della zona Il sopralluogo è servito a fare il punto della situazione con i sindaci dei comuni dell’area colpita dalla cosiddetta “bomba d’acqua” ed a concordare le strategie comuni per chiedere l’intervento delle istituzioni, Regione Campania in primis, per fronteggiare l’emergenza ed attuare gli interventi per il ripristino dei luoghi. “I danni registrati, sebbene non ancora quantificati – dichiara Petruzziello – sono ingenti. In poche ore, dai valloni e dalle pendici circostanti, si sono riversati a valle decine di migliaia di metri cubi di fango, detriti e materiali di risulta e solo grazie al tempestivo intervento della macchina organizzativa dei comuni, e grazie all’intervento dei vigili del fuoco e dei numerosi quanto valenti organismi di controllo del territorio, si è evitata l’ennesima tragedia in Irpinia legata alle calamità naturali. E’ evidente – osserva Petruzziello – che in questa occasione la fortuna ha strizzato l’occhio all’Irpinia ed alle popolazioni di Solofra e Montoro e di tutta l’area, ma non è accettabile che nella nostra provincia bisogna affidarsi alla dea bendata in simili situazioni. Il problema, ad onor del vero – aggiunge il segretario provinciale della Cgil di Avellino – riguarda ormai tutto il Paese, da Sud a Nord. La Cgil esprime solidarietà e vicinanza ai cittadini ed alle amministrazioni ed ha sollecitato i sindaci a chiedere lo stato di calamità naturale che deve essere inevitabilmente riconosciuto, per consentire gli interventi di somma urgenza necessari a rimuovere i detriti e a mettere in sicurezza i luoghi interessati dall’alluvione. Esistono tutte le condizioni per il riconoscimento dello stato di calamità naturale e la Regione Campania – sentenzia Petruzziello – deve immediatamente rendere disponibili i fondi necessari ad attuare gli interventi urgenti, in quanto, considerando anche l’allarme meteo non ancora rientrato, una seconda alluvione potrebbe determinare uno stato di maggiore gravità e pericolo. Non dimentichiamo che le amministrazioni comunali sono già in ginocchio dal punto di vista finanziario e i sindaci, nonostante abbiano già contattato le ditte per la rimozione dei detriti, incontrano non poche difficoltà a trovare disponibilità, in quanto molte ditte ancora attendono il pagamento delle spettanze per i lavori effettuati in occasione dell’emergenza neve di due anni fa, i cui fondi non sono stati resi disponibili dalla regione e dal Governo. La Cgil di Avellino – sottolinea Petruzziello – sostiene la battaglia dei sindaci nei confronti della regione e va oltre, valutando anche le condizioni che hanno determinato l’ennesimo dissesto nascono anche dalla mancata programmazione degli interventi per le attività di forestazione, messa in sicurezza del territorio e mitigazione del rischio idrogeologico. Il presunto risparmio ottenuto con i tagli al settore della forestazione viene vanificato in occasione degli eventi straordinari, che costringono poi ad una spesa successiva e non rinviabile. Non è accettabile la politica della Regione in materia di forestazione, i gravi ritardi nella programmazione e peggio ancora la mortificazione dei lavoratori delle comunità montane. Così come è necessario – conclude Petruzziello – il varo di un progetto nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, dal Sud al Nord con la messa in sicurezza del territorio ed una attenzione costante alle aree a rischio, come è appunto l’Irpinia. La prevenzione, se attuata con una seria programmazione, è di gran lunga più economica dell’emergenza e dei costi da essa derivanti, senza considerare il rischio non quantificabile economicamente, cui sono sottoposti i cittadini in caso di eventi eccezionali che si sommano alla mancanza di una progettualità negli interventi di ripristino ambientale”.
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