AVELLINO- La banda composta da tre serbi e un italiano, Pedrag Djordjevic, 47 anni, Kristijan Tanaskovic, 26 anni, Igor Zdravkovic, 32 anni e Livio Tarantino, 50 anni, accusati delle violente e brutali rapine in villa consumate a pochi giorni di distanza ai danni di un farmacista ad Atripalda e un imprenditore a Grottaminarda nel giugno del 2023, sarà giudicata con il rito abbreviato. I quattro imputati a vario titolo di rapina aggravata consumata e tentata, sequestro di persona e lesioni personali per i due colpi compiuti il 3 giugno 2023 e il 7 giugno 2023, difesi dai penalisti Domenico Dello Iacono e Antonio Leone, compariranno questa mattina davanti al Gup del Tribunale di Avellino. La Procura di Avellino, che aveva ricevuto per competenza gli atti (la misura infatti era stata applicata dal Gip di Benevento su richiesta della Procura e successivamente rinnovata dal Gip di Avellino) aveva chiesto per tutti e quattro il giudizio immediato. Tutti hanno scelto un rito alternativo.
LE INDAGINI
Nel luglio scorso c’era stata la svolta nelle indagini e gli arresti (uno di un latitante in Spagna), eseguiti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino. Un’indagine certosina quella dei militari di Via Brigata, condotta attraverso l’analisi massiva delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza pubblici e flussi telematici e telefonici, intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché con il contributo del Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma per gli aspetti di comparazione dattiloscopica. Sono stati così raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico dei quattro soggetti raggiunti dall’ordinanza cautelare, in relazione ad una rapina con sequestro di persona e lesioni e ad una tentata rapina con lesioni avvenute on due abitazioni di Atripalda e ad una rapina con sequestro di persona e lesioni avvenuta ln un’abitazione di Grottaminarda a distanza di pochi giorni. In entrambi i casi di rapina consumata, le vittime sono state Immobilizzate e legate ai polsi ed alle caviglie, minacciate di morte e percosse con armi al fine di farsi consegnare denaro contante, monili d’oro e preziosi; nel corso dell’episodio delittuoso avvenuto in Grottaminarda, alle persone offese sono stati sottratti anche numerosi effetti bancari per un Ingente valore, successivamente parzialmente sequestrati su tutto il territorio nazionale al momento dell’incasso.
LA CASSAZIONE
Proprio di recente i magistrati della Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione avevano dichiarato inammissibile il ricorso di Tanaskovic Kristijan difeso dall’avvocato Antonio Leone, contro l’ordinanza del 4 settembre scorso del Tribunale di Napoli, sezione per il Riesame che aveva confermato il provvedimento emesso il 5 agosto 2024 dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino con il quale era stata rinnovata, la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Kristijan Tanaskovic per i delitti di rapina aggravata consumata e tentata, sequestro di persona e lesioni personali, già applicata in via provvisoria dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento che, contestualmente, aveva declinato la propria incompetenza territoriale. Il Tribunale del riesame ha individuato in Tanaskovic l’autore del sopralluogo prodromico all’azione predatoria e ha fondato tale assunto sulle dichiarazioni del noleggiatore, che ha sostenuto di averlo riconosciuto nella persona occupante la vettura Audi Q5″. Hanno invece scritto i giudici: “Con riferimento agli illeciti consumati in data 3 giugno 2023 (capi A, B e Cdell’imputazione provvisoria), il Tribunale del riesame ha correlato tra loro, secondo una sequenza temporale e logica, una serie di elementi investigativi che – complessivamente considerati – reputava idonei ad affermare che la vettura Audi SQ5 (noleggiata quello stesso giorno) era stata utilizzata per il compimento delle azioni predatorie (unitamente ad altri due veicoli, Audi Q3 e Renault Twingo) e che Tanaskovic era da individuarsi in uno dei soggetti a bordo della stessa al momento della consumazione dei fatti. In particolare (pagine da 7 a 11 del provvedimento impugnato), ha valorizzato, in modo tutt’altro che manifestamente illogico e contraddittorio, il comune tragitto percorso dai tre mezzi pienamente compatibile con i luoghi interessati, il riconoscimento sia dell’indagato che del complice Djorgevic quali occupanti della Audi SQ5 da parte del noleggiatore… (ritenuto affidabile, essendo il suo narrato riscontrato dal ritrovamento sul ticket autostradale di tale auto delle impronte papillari di Djorgevic), la rilevazione dell’utenza intestata alla coniuge dell’indagato nei luoghi del sopralluogo e poi della rapina contestualmente alla presenza delle vetture in questione e in compresenza con le utenze riferibili ai complici, i comprovati rapporti di frequentazione e contatti non solo con Djorgevic ma anche con il coindagato Tarantino le cui impronte erano state trovate sul ticket autostradale relativo all’auto Renault Twingo”.