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Rapina in banca a Piano di Montoro, arrestato 37enne napoletano

Le forze dell’ordine, grazie ad una operazione congiunta portata avanti dai Carabinieri e dalla Polstrada di Avellino, hanno arerstato uno dei responsabili della rapina in banca effettuata la scorsa settimana alla frazione Piano a Montoro.

I Carabinieri della Compagnia di Baiano, coadiuvati dalla Sezione di Polizia Stradale di Avellino, hanno proceduto così al fermo di indiziato di delitto nei confronti di un pregiudicato 37enne proveniente dall’hinterland napoletano, resosi responsabile di concorso in rapina, resistenza pubblico ufficiale, sequestro di persona e porto abusivo di armi.

LA DINAMICA DELLA RAPINA – I fatti risalgono alla rapina consumata giovedì scorso a Montoro, presso la Banca Popolare di Ancona: due malviventi, entrambi con volto travisato ed armati di taglierino si introducevano all’interno dell’istituto di credito dove, constatando la mancata possibilità di apertura della cassaforte dato il sistema temporizzato di sicurezza, rapinavano i due clienti ivi presenti.

Ma uno dei due clienti in fila alla cassa è un tutore della legge, un Assistente Capo della Polizia Stradale di Avellino, un uomo che alla violenza è abituato per mestiere, anche se in quel momento si trovava libero dal servizio e voleva trascorrere un normale pomeriggio di vita privata e la famigliare.

I rapinatori con poche centinaia di euro scappano via a bordo di un’autovettura parcheggiata nelle vicinanze.

Di fronte a tale crimine il poliziotto, consapevole del proprio dovere, in un lampo e senza indugiare, con la propria autovettura si poneva, unitamente all’altro cittadino presente, un commerciante del luogo, all’inseguimento dei malfattori che venivano intercettati poco dopo.

Nel frattempo l’appartenente alle Forze dell’Ordine, provvedeva ad avvisare la centrale operativa, che inviava in supporto le pattuglie dei carabinieri presenti in zona nonché della Polizia Stradale.

I delinquenti, resisi conto di essere seguiti, scendevano dal proprio automezzo e, avvicinatisi alle vittime della rapina, ingaggiavano una colluttazione. Quindi riusciti a divincolarsi, si davano nuovamente alla fuga sempre a bordo della loro autovettura che in seguito abbandonavano poco distante.

Acquisiti i primi elementi informativi, i Carabinieri della Compagnia di Baiano, davano inizio ad una consistente ed incessante attività investigativa che si svolgeva tra le­ province di Avellino e Napoli.

Le indagini sviluppate dai militari dell’Arma, estrinsecatasi attraverso lo sviluppo di fonti di intelligence, l’analisi di video dalle telecamere di tutta la zona e degli elementi raccolti in sede di sopralluogo e soprattutto l’acquisizione di utili informazioni fornite dal poliziotto e dal commerciante, permettevano ai Carabinieri l’individuazione di uno dei rapinatori che aveva trovato rifugio presso un’abitazione di Monteforte Irpino, con la complicità della 52enne usuaria dell’immobile, risultata essere una sua conoscente, anch’essa originaria di Napoli.

Una volta individuata la casa, avendo solidi indizi per ritenere che il rapinatore si trovasse al suo interno, i Carabinieri, cinturato il fabbricato, hanno fatto irruzione nell’abitazione dove, a seguito di un’approfondita ispezione dei locali trovavano il malfattore, con addosso ancora alcuni indumenti che aveva al momento della rapina.

Lo stesso aveva già preparato una borsa contenente abbigliamento e quant’altro necessario verosimilmente per un periodo di latitanza.

Il pregiudicato veniva bloccato e condotto in caserma dai Carabinieri congiuntamente agli agenti della Polizia Stradale di Avellino: valutati tutti gli elementi probanti raccolti a suo carico e considerato il potenziale pericolo di fuga, lo stesso veniva sottoposto a fermo di indiziato di delitto, del quale ne veniva data notizia alla Procura della Repubblica di Avellino, diretta dal Procuratore Dott. Rosario Cantelmo.

Espletati gli accertamenti di rito, il soggetto, in stato di arresto, veniva condotto nel carcere di Avellino.

Per la donna che aveva ospitato il rapinatore, essendo a conoscenza del reato consumato dall’uomo, scattava il deferimento in stato di libertà alla medesima Autorità Giudiziaria, ritenuta responsabile di favoreggiamento personale.

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