Ieri, la classe IV H del Liceo Artistico “De Luca” ha effettuato un’uscita didattica presso il centro storico di Avellino. Più che un’uscita è stato un viaggio alla scoperta, o meglio riscoperta, del prezioso patrimonio barocco che i principi Caracciolo, e l’architetto bergamasco Cosimo Fanzago, hanno lasciato alla città, nella seconda metà del Seicento.
La visita è stata organizzata dai docenti Alfano, Fruncillo e Petretta, i quali hanno visto la fattiva collaborazione del Comune, cha ha reso disponibile la chiesa di S. Maria del Carmine, del parroco e del personale della Cattedrale di Avellino, oltre al personale di Villa Amendola.
Per gli studenti è stato molto bello vedere la città con gli occhi dell’Arte. Finalmente il traffico, le voci indistinte delle persone, l’agglomerato di case e palazzi, sono stati totalmente annullati dal godimento del patrimonio artistico della città. È stato bello attraversare via Cocchia e entrare nella Chiesa di S. Maria del Carmine.
Ad attendere la classe vi era la S. Teresa in estasi, in marmo, e l’altorilievo dei germani Caracciolo adoranti la Vergine col Bambino. Su tutto la meravigliosa tela di Michele Ricciardi (che forse meritava un restauro più coraggioso) con la Vergine del Carmelo in atto di donare gli scapolari ai propri fedeli.
La visita si è protratta fino alla spettacolare Fontana di Bellerofonte. Qui, da secoli, la bella e solida pietra irpina si fonde col marmo bardiglio e dona giochi di colore e di superfici sfalsate ai viandanti assetati.
Cosimo Fanzago ha lasciato il suo segno anche nella Cattedrale di Avellino. Gli studenti hanno potuto ammirare il superbo altare, ricco di marmi colorati, di colonne e di decori a volute.
Lo stupore è stato veramente grande nel ritrovarsi anche nella cripta romanica, dove i candidi stucchi delle volte sono riscaldati dai colori degli affreschi del Ricciardi. E che dire dell’Obelisco di Carlo II d’Asburgo? Del paffutello “Re di bronzo” elegante e fastoso nel suo abito da parata? E del Palazzo della Dogana, che sembra un cristo crocifisso in attesa di redenzione?
Il centro storico di Avellino meritava e merita le attenzioni degli studenti del liceo artistico della città. I cunicoli Longobardi, i pozzi di luce, la Torre dell’Orologio, così maestosa e architettonicamente imponente, i reperti romani, presenti nel campanile e nelle mura del Duomo, hanno ricordato agli studenti l’importanza del patrimonio artistico locale. Esso infatti è elemento di appartenenza e partecipazione alla storia e al futuro del proprio territorio, fonte di civiltà e di dignità sociale e personale. Gli studenti tutto questo l’hanno capito, e non è poco.