Quota 100, allarme Cisl: “Serve piano, pubblico impiego nel caos”

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Pubblico impiego a rischio caos, la Cisl lancia l’allarme. “Dal primo agosto molti dipendenti dei comparti sanità, enti locali e centralizzati andranno in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi (quota 100)”, precisa Antonio Santacroce, Segretario Generale della CISL FP IrpiniaSannio.

“Tutti sapevano che non erano sufficienti i sei mesi previsti dalla norma per evitare che le strutture dello Stato, come pure quelle della Sanità e degli Enti Locali, restassero all’improvviso prive di personale per il flusso dei pensionamenti che si aggiungono a quelli accessibili con le regole ordinarie”.

“Ancora peggio ed allarmante è che nei prossimi mesi la cosa non migliorerà, anzi si prospetta un tale peggioramento che non si riuscirà più a tamponare neanche con il turn over e con il solito e abitudinario lavoro straordinario.
Per noi non è un fulmine a ciel sereno quanto sta accadendo. È una situazione gravissima che, come Cisl FP, denunciamo da tempo nel disinteresse generale della politica”.

“Sembra di parlare di una razza in via di estinzione e non di lavoratori e lavoratrici che quotidianamente operano a stretto contatto con i cittadini, si prendono cura dei nostri familiari e sono al servizio del Paese in perenne attesa che la politica si occupi di regolarizzare la loro posizione lavorativa. In Italia, oltre 300mila precari erogano, ogni giorno, servizi pubblici fondamentali in tutti i settori”.

“Tra questi, 54mila precari operano negli enti locali e 38mila nel sistema sanitario nazionale. Smettiamola con tutte queste promesse occupazionali. L’amara verità è che gli uffici si svuotano e i servizi non vengono garantiti. Basta precariato, è necessario un piano assunzionale nel comparto pubblico che rilancia le parole di Maurizio Petriccioli, Segretario Nazionale del sindacato CISL FP dopo che la commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia per abuso di ricorso ai contratti a termine nella pubblica amministrazione”.

“Il tempo passa ma non si prendono decisioni, questi temi diventano però sempre più urgenti e la politica deve assumersi le proprie responsabilità. E’ improcrastinabile non procedere con un piano assunzionale, valorizziamo il capitale umano, tenendo conto del mutamento delle mansioni svolte, attraverso le progressioni verticali del personale e attiviamo un piano di reclutamento che tenga conto della stabilizzazione del precari della P.A.”.

“Non c’è più tempo: con quota 100 e senza assunzioni immediate il rischio è quello di svuotare ancor di più gli enti e di non poter più garantire i servizi minimi al cittadino. Garantire servizi essenziali efficienti è una delle condizioni necessarie per un paese civile”, conclude Santacroce.