Marco Grasso – Quattro morti in poco più di due settimane, è allarme nei campi irpini. La lunga scia di incidenti mortali riporta al centro dell’attenzione il problema della sicurezza in agricoltura.
“E’ la naturale conseguenza di un comparto sempre più abbandonato al proprio destino, soprattutto nelle aree più interne della Campania”, commenta il segretario della Flai Cgil Carlo Ceccarelli. “Al di là degli episodi di cronaca degli ultimi giorni, i coltivatori diretti, le realtà più piccole non sono spesso messe nelle condizioni di rinnovare e aggiornare i propri mezzi e di lavorare in condizioni di sicurezza”.
Ceccarelli punta il dito contro la Regione, a sua detta poca vicina all’Irpinia e al Sannio, paradossalmente le province a maggiore vocazione agricola. “Basta dare un’occhiata agli ultimi dati del Psr per constatare il ritardo della Regione. In Irpinia parliamo di una spesa ferma al 10 per cento. Le poche risorse stanziate vengono destinate alle realtà più importanti, non certo ai piccoli agricoltori. E’ chiaro che i coltivatori diretti hanno meno possibilità di accedere a questi fondi, ma una maggiore attività di formazione e informazione potrebbe comunque contribuire a migliorare la situazione complessiva”.
Il segretario della Flai invoca maggiore attenzione e prudenza tra agricoltori e operatori di settore. “Utilizzare mezzi vetusti, o comunque a rischio, è un errore da evitare assolutamente. Servono maggiori controlli per provare a limitare il numero di incidenti mortali nei campi. Il dato delle ultime settimane è inquietante, bisogna fare subito qualcosa”.
Il primo tragico episodio si è verificato lo scorso 9 giugno, a Summonte. Sfortunato protagonista un uomo di Mugnano del Cardinale il quale, impegnato in alcuni lavori all’interno di un castagneto in una zona impervia, ha perso il controllo del trattore, rimanendone schiacciato.
Passano pochi giorni e lo stesso tragico destino tocca ad un agricoltore di 77 anni, travolto da un trattore a Lioni. Il mezzo si capovolge e non lascia scampo all’anziano agricoltore.
Prima dell’episodio di poche ore fa a Montoro, che è costato la vita ad un operaio di 45 anni impegnato in un vigneto nella frazione di Banzano, aveva perso nei giorni scorsi la vita a Pietrastornina un altro agricoltore di 61 anni, investito da un fresa agricola mentre era impegnato in alcuni lavori nel suo fondo agricolo.
“Al di là dei casi specifici, spesso questi episodi riguardano persone che lavorano in terreni di proprietà privata e che, non essendo sottoposte ad alcun controllo, operano in condizioni di scarsa sicurezza. E’ come l’elettricista – osserva il segretario della Fai Cisl Fernando Vecchione – chiamato da un privato cittadino: difficilmente rispetterà la normativa sulla sicurezza, come invece sarebbe obbligato a fare in un cantiere”.
La sicurezza resta una priorità per il sindacato che, proprio in questi giorni, costituirà, di concerto con Cia, Coldiretti e Confagricoltura, l’ente bilaterale Ebat. “Il nuovo ente – continua Vecchione – nasce anche con l’obiettivo di intercettare le risorse finanziarie comunitarie destinate alla sicurezza. Con Cgil e Uil siamo impegnati in una capillare attività per salvaguardare la salute dei lavoratori in uno dei settori di riferimento della nostra economia”.
Per il presidente della Cia Michele Massuccio la priorità è snellire le procedure e rendere più facile l’accesso ai finanziamenti comunitari. “Le risorse ci sono, anche per evitare che si verifichino episodi di questo tipo. Ci sono finanziamenti destinati proprio alla messa in sicurezza dei trattori. E’ chiaro che in molti casi incide anche il fattore della casualità, per non parlare dell’imprudenza di molti coltivatori diretti. Occorrerebbe un’azione capillare di formazione e informazione. E’ paradossale che in un comparto, che guarda con sempre maggiore attenzione e competenza alle nuove tecnologie, si verifichino episodi tragici non più accettabili”.