Il 13 dicembre 2013 il Partito Socialista di Ariano Irpino chiedeva un incontro urgente al Commissario Prefettizio Elvira Nuzzolo per avere chiarimenti riguardo l’aumento della Tarsu: ad oggi ancora nessuna convocazione è pervenuta dal Palazzo di Città. Visti i tempi stringenti sulla questione, il Partito Socialista avendo già preso contatti con lo studio legale dell’Avv. Mario Iuorio, intende quindi procedere con un Atto Stragiudiziale di Diffida, alfine di promuovere una “Class Action Procedimentale”contro l’aumento della“tassa di smaltimento rifiuti solidi urbani”. “Il Psi avrebbe voluto invitare i vertici del Comune di Ariano a deliberare l’annullamento e/o la revoca, (previa sospensione dei pagamenti dei bollettini inviati dalla SOGET), perché, facendo un esempio pratico, chi era distante più di 400 mt dai cassonetti pagava la tariffa ridotta al 40%; quindi se la tariffa piena era 100 euro ne pagava 40, oggi si troverà invece a pagare 100 euro ovvero una volta e mezzo quanto pagava con lo sgravio( +150 %). La situazione anomala è che tutto questo avviene sulla testa di quei cittadini che abitano in zone periferiche non servite dal recente servizio di porta a porta, e la distanza minima per usufruire dello sgravio al 40% è ottenibile non più se si dista 400 mt. dai cassonetti, ma 5 km! Non ci sembra equo quindi far pagare la tariffa piena sia a chi usufruisce del servizio porta a porta sia a chi dista 5 km dai cassonetti, in pratica la maggiorazione del servizio porta a porta la pagherà chi non ne è servito. “ L’appello ai cittadini, alle aziende e agli enti interessati, è quello di sottoscrivere nei giorni a venire una “Class Action” collettiva al fine di chiedere l’annullamento e/o la revoca della Delibera N. 14 del 14 novembre 2013 emanata dal Commissario Prefettizio che si riferisce all’applicazione dell’aumento della TARSU per l’anno 2013, “per incompetenza dell’organo e violazione dell’art. 42 del Disegno di Legge 267/2000, nonché violazione dei principi di buona amministrazione, sviamento di potere, eccesso di potere per carenza e difetto assoluto di motivazione, che non consente la ricostruzione dell’iter logico seguito dall’organo per giungere alla imposizione di un tributo con efficacia retroattiva e manifesta ingiustizia”.