“Ho atteso le decisioni del Tribunale amministrativo con grande serenità e attendo quelle del Consiglio di Stato con altrettanto distacco. Con il pronunciamento di venerdì, tuttavia, è stato acquisito un dato chiaro, ed è quello che ci tenevo emergesse: se non ci fossero state le irregolarità accertate dal Tar, il risultato sarebbe stato completamente diverso. E’ questo dato politico che mi premeva affermare, e che oggi è evidente e incontrovertibile, non solo per me, ma per tutti gli amministratori irpini.” Così Angelo Antonio D’Agostino in una nota.
“Trovo singolare – aggiunge – che una sentenza dei giudici amministrativi venga definita fonte di ‘confusione’ nonostante da questa siano emerse irregolarità che hanno portato ad un risultato falsato e non rappresentativo della volontà politica degli amministratori chiamati al voto. E non è possibile giustificare tale definizione con la presunta volontà di assicurare la funzionalità di un Ente che, chissà perché, in sei mesi non è stato dotato di un Vice Presidente. Se Buonopane avesse voluto davvero tutelare la Provincia avrebbe potuto nominare un Vice che lo avrebbe sostituito in caso di impedimento. Abbiamo assistito, invece, alla mortificazione politica degli amministratori eletti in Consiglio, che loro malgrado hanno dovuto prendere atto di quella che, con un eufemismo, potremmo definire la scarsa propensione alla collegialità del Presidente ora decaduto. Se avesse tenuto davvero ad una Provincia operativa ed efficace, questi avrebbe nominato il suo vice, avrebbe fatto funzionare il Consiglio provinciale, che in sei mesi si è riunito solo una volta; avrebbe agevolato la costituzione delle commissioni, ancora non operative. E avrebbe avuto maggior rispetto dei consiglieri, che ancora non hanno neanche la stanza nella quale potersi riunire per assolvere al meglio al loro mandato.”
“Tuttavia, senza alcuno spirito polemico, auspico che i sindaci e gli amministratori irpini possano essere rispettati nel loro ruolo e che, a prescindere dal pronunciamento finale del Consiglio di Stato, la Provincia possa tornare ad essere, come auspicavo, la ‘Casa dei sindaci’, cominciando finalmente a svolgere il ruolo che le è proprio. Tutto in attesa che la riforma, in discussione in Parlamento, ormai da troppo tempo, ridia ai cittadini il diritto di scegliersi i propri amministratori, e ridefinisca le competenze di un Ente chiamato a svolgere un ruolo cruciale per il futuro della nostra Irpinia.”