Avellino – La ‘nuova’ Provincia tra potenzialità, limiti e obiettivi. Sindacato, politica e dirigenza amministrativa ieri mattina, in sala Grasso, per discutere del rilancio di un Ente che si ridisegna sempre più vicino alle collettività. All’incontro, promosso dalla Fps Cisl di Avellino, erano presenti Giuseppe Porfido, coordinatore Rsu Amministrazione provinciale di Avellino, Costantino Nazzaro, segretario generale Fps Cisl di Avellino, Pietro Schiavone, ricercatore universitario in Diritto del lavoro, l’Amministrativista Donato Pennetta, assessore comunale al Personale, il direttore generale dell’Ente di Piazza Libertà, Mario Bianchino, la presidente della Provincia, Alberta De Simone e il senatore Nicola Mancino. Conclusioni d’obbligo a Enrico Ferrara, segretario generale della Cisl irpina. Queste le questioni poste al tavolo degli interventi: un modello organizzativo di Pa orientato a una flessibilità governata, un maggiore dialogo tra parte pubblica e sindacato, la valorizzazione e la tutela dei lavoratori, il rilancio delle progettualità. Insomma, la necessità di intessere le fila di un discorso comune per la realizzazione di un clichè agile di funzionamento amministrativo, teso al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Una Provincia, quella irpina, che sperimenta la via dell’innovazione con un nuovo modello che dall’incomunicabilità delle classiche ed obsolete ‘canne d’organo’ passa alla vivace configurazione organizzativa della circolarità e della concertazione, come sottolinea la De Simone. Un Ente che approva, in un mese e mezzo, ben 72 progetti esecutivi di opere, anche grazie all’impiego di nuove e giovani professionalità. Ma che, come gli enti territoriali in genere, ha ancora alcuni gap da superare. Un maggiore bilanciamento tra chi gestisce e chi controlla, sottolinea Pennetta. Una riduzione della centralità fiscale a vantaggio di quella degli Enti territoriali, precisa il senatore della Margherita (“Le sorti della Provincia non dipendono solo dalla selezione della classe dirigente, ma anche dalla qualità degli amministratori”). I limiti di un Patto di stabilità penalizzante, ribadisce il numero uno di Palazzo Caracciolo. E, infine, come conclude il segretario della Cisl irpina, quello che occorre è un maggiore aiuto da parte dell’Ente pubblico, nei confronti dei lavoratori precari (e il riferimento va alle maestranze di “Progetto Verde”, presenti in aula), che vanno tutelati al di là del colore politico: “Crediamo nel ruolo guida della Provincia – conclude Ferrara – ma siamo anche consci dei tanti problemi che ci sono nella nostra realtà (vedi ex Cecchini, Distretti Industriali in crisi, etc.) e che si possono superare solo lavorando insieme, senza chiusure”. (di Antonietta Miceli)