Seppur difficile considerate le premesse. Si tratta di una bozza di documento di cui la prima firmataria resta la De Simone ‘accompagnata’ almeno verbalmente dal resto della compagine (anche se qualche dubbio persiste, specie in merito alla posizione assunta dai Verdi che in un documento diramato in tarda serata chiedono l’azzeramento della Giunta) che attende ora un’unica e sola nota posta a calce: quella di Giuseppe De Mita. Righe di inchiostro che serviranno da vademecum a cominciare da sabato – sempre se la schiarita ci dovesse essere – fino alla naturale scadenza del mandato De Simone. Dopo i se e i ma, e poche questioni trapelate, una cosa è certa: il faccia a faccia c’è stato. Il disgelo ancora no. Toni accesi sono stati i veri protagonisti di un tavolo che sarà volano del futuro di Palazzo Caracciolo. Presenti Trifone Greco per lo Sdi, Antonio Petoia del Pdci, Pasquale De Fabrizio dei Verdi, Franco Mazza dei Ds, Pasquale Bossone dell’Udeur. Assente Erminio D’Addesa di Rifondazione Comunista.
Un confronto serrato che non soddisfa. Che non riesce a smorzare le tensioni e a sciogliere i nodi di una matassa che appare intricata specie all’indomani di una competizione amministrativa che ha inasprito lo scontro.
Al di là di cose trite e ritrite, un quid in più c’è (“Si è avviata – commentano i capigruppo Petoia, Bossone, Mazza e De Fabrizio – una discussione che si chiuderà sabato alle 15.30”). Ma non basta. Lapidario De Mita junior: “Tutto rimane come prima. C’è un’iniziativa sul piano politico che valuteremo”.
“Ho i piedi per terra”. Una risposta, quella della De Simone, che fa intravedere tutta la tensione per una mediazione che sarà fondamentale per ‘curare’ Palazzo Caracciolo e dunque un centrosinistra sempre più diviso. “Per il momento ho sottoposto all’attenzione dei capigruppo una bozza di documento fatta di regole che servono per riannodare le fila. Condivisa per ora da tutti gli alleati. Rimane la Margherita che dovrà elaborarla. Se sarà partecipata, ho chiesto a tutti di firmarla perché questa sarà l’intesa per l’intero ciclo amministrativo. Un patto di tre anni. Tutte le eventuali problematiche che riguarderanno la parte pratica amministrativa in questa fase verranno valutate un secondo dopo”.
Alberta De Simone per nulla rassegnata ma decisa ad andare avanti con la sua squadra a patto che però ci sia la volontà di ricucire. “Se poi c’è una decisione di rompere e basta allora qualunque sforzo non servirà a nulla”.
(di Teresa Lombardo)
IL SUGGERIMENTO DEI VERDI: “Azzeriamo la giunta”
E in tarda serata giunge il documento del Sole che Ride. “… Ogni forza politica non va considerata soltanto come serbatoio di voti da utilizzare all’occorrenza, ma rappresenta il luogo del pensiero, del dibattito e del confronto tra le idee di libere persone, insomma il luogo dove attraverso la democrazia partecipativa si elaborano progetti al servizio degli interessi dei cittadini”. Risulta, pertanto, risibile che “uno scontro verbale tra esponenti dei partiti della coalizione nato fuori dall’amministrazione”, abbia potuto far scaturire la grave crisi politica per la quale “se non si assumeranno decisioni conseguenziali, si rischia seriamente di tornare alle urne”. Di qui, il suggerimento: “Risulta indispensabile una conferenza programmatica per ridare slancio all’azione amministrativa della Provincia e ricreare un clima costruttivo di collaborazione e di sinergia tra le varie componenti della maggioranza”. E: “L’attuale stato di grave difficoltà suggerisce, infine, pur apprezzando il lavoro finora svolto da tutti gli assessori, un azzeramento della giunta ed una successiva ridiscussione e nuova distribuzione delle deleghe da attribuire agli assessori, quali rappresentanti di tutte le forze politiche della coalizione”. Per i Verdi sarebbero, inoltre, da prendere in considerazione nuovi e più equi criteri per l’assegnazione delle economie spettanti ad ogni singolo assessorato.