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PROVINCIA, ALLA FINE… SI SO’ ‘NCARTATI

Gira una voce a Palazzo Caracciolo. Quella di Erminio D’Addesa che non ha nessuna intenzione di lasciare la carica di Presidente del Consiglio provinciale. La pervicace resistenza del consigliere di Rifondazione Comunista a ri..occupare la massima poltrona del consiglio ha dato adito a molte polemiche sollecitando nuovi sussulti alla crisi politica ancora in atto. I maligni lo hanno subito invitato a tagliarsi la barba per non rischiare di farsi ritirare… il passaporto e per dare una nuova immagine alla svolta che il centrosinistra intende attuare. Chiaramente è uno scherzo, figlio delle malevoli voci che radio fante trasmette quotidianamente dalle …cellette del palazzo che in passato era sede del Tribunale. Nel susseguirsi delle concitate ore si susseguono gli incontri: bilaterali, in comunione e anche unilaterali. Il confronto scontro tra Alberta De Simone e Giuseppe De Mita ad oggi non ha sortito ancora la soluzione. I maligni affermano di aver udito, attraverso le porte chiuse del tavolo di…governo, toni alquanto concitati tra il rappresentante dell’Udeur (Giuditta) e la Margherita (Solimine). Sul tipo, “Lei non sa chi sono io” e la pronta risposta, “Ma mi faccia il piacere”. Lo scontro è andato avanti per alcuni minuti con la De Simone perplessa e attonita e intenta a riflettere sui motivi che l’avevano portata ad accettare l’incarico di Presidente della Provincia rinunciando ai privilegi di parlamentare. Il punto centrale della crisi politica del centrosinistra al Parlamentino, nato dagli accordi di un sindaco della Margherita al comune capoluogo, un presidente della Quercia a Palazzo Caracciolo, un presidente Ato, un vice presidente alla provincia e un deputato all’Udeur, sembra almeno per il momento aver toccato il fondo. L’Udeur rappresentato dal neo onorevole Pasquale Giuditta non molla né la presidenza dell’Ato né i due assessori alla Provincia, e anzi , rilancia con la richiesta di un altro componente dell’esecutivo nella giunta Galasso. La Margherita che aveva fatto dimettere i suoi quattro assessori nell’esecutivo, chiedendo maggiore visibilità con un “vertice” importante (sul tipo presidente Consiglio oppure Direttore Generale) trova gli ostacoli nei partiti minori che non intendono lasciare gli … spazi che contano. La situazione per dirla tutta alla Totò maniera è in sintesi: “Si so’ ‘ncartati”. Questa la sensazione che appare nelle ultime ore alla Provincia, dove probabilmente il gioco a scacchi tra il re, la regina, l’alfiere e il pedone si sviluppa in diagonale, indietro e in avanti. In sintesi in modo scomposto. La tattica che pur dovrebbe interessare i cittadini, per ora è gestita con poca lucidità e con gravi ripercussioni sulla qualità amministrativa dell’Ente: le “voci” che si rincorrono ricordano che passando da Ragano alla Repole, i problemi erano tutti interni alla maggioranza. Con l’elezione diretta dei sindaci e dei presidenti, il caso Provincia (non è indenne neanche il comune capoluogo) ha visto susseguirsi sulla massima poltrona, Anzalone, Maselli e De Simone. Anzalone, colto e filosofo, era comunista ed è diventato un fiorellino. Maselli, tecnico e fine, era democristiano ed è diventato un crociato… popolare. De Simone, parlamentare e fassiniana per ora ha problemi, guarda un po’…interni alla maggioranza. Sul futuro politico dell’Alberta irpina non ci sbilanciamo. Tutto dipende dalla crisi in atto, dalle nuove tendenze della politica italiana in via di definizione e…trasformazione e dalla qualità della politica che si intende attuare. Alla fine, l’unica certezza che ci appare…è la barba di D’Addesa. Siamo convinti che non la taglierà.

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