“Ignorati dalle forze dell’ordine, tra noi anche due ragazze”, il racconto del vice-presidente della Goti

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A meno di ventiquattro ore di distanza dai noti fatti di Paolisi a fare chiarezza sull’accaduto e a denunciare il comportamento dei tifosi avversari è Gennaro Simeone, vice presidente della Virtus Goti, che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

“Avevamo avvisato la Lega Calcio di quanto poteva succedere, abbiamo avvisato anche la locale stazione dei carabinieri, il comandante in persona aveva garantito una buona copertura dell’evento, con due carabinieri di scorta alla squadra e due per i tifosi, percorso ed orario obbligati da loro e all’arrivo avremmo trovato altri carabinieri di Arpa.

Ieri mattina invece il comandante non era rintracciabile i suoi sottoposti non sapevano nulla, l’appuntamento con i carabinieri era alle 13:30 all’ingresso dello stadio, abbiamo anche rallentato la marcia per essere sicuri di trovarli. Arrivati al campo ci siamo avviati al settore parcheggio ospiti, lì due/tre persone ci anno invitato ad andare via, quindi siamo andati al parcheggio pubblico davanti all’ingresso del campo alle spalle del cimitero, mentre scendevamo dalle machine all’improvviso sono saltati fuori un gruppo numeroso di tifosi, a volto coperto da passamontagna e sciarpe, che lanciavano pietre, il primo pensiero per alcuni nostri giocatori è stato per la giornalista Nella Melenzio e la fidanzata del calciatore Gaetano Annunziata, che erano insieme a noi.

Abbiamo fatto da scudo alle ragazze per metterle in sicurezza all’interno delle auto, mentre gli altri cercavano riparo, poi il lancio di bombe carta verso di loro e le auto, una di queste è esplosa sulla schiena di Damiano Bruno – 16 anni -portiere, caduto a terra in stato confusionale. Il mister Martino in particolare è stato preso a pugni e schiaffi. Siamo riusciti a fatica a metterci in macchina, ma siamo stati nuovamente aggrediti mentre eravamo in auto e si registrano danni alle vetture di De Lucia e Eliseo.

Abbiamo prestato la massima attenzione a non investire nessuno durante la fuga, a quel punto siamo andati sulla rotonda chiamando l’ambulanza per il ferito e i carabinieri, i quali non sono comunque arrivati prontamente, poi si è deciso di andare a giocare, allo stadio finalmente abbiamo trovato un paio di carabinieri, ma siamo stati comunque trattati male, non ci hanno neanche permesso di utilizzare lo spogliatoi, in quanto dicevano che era guasto”.

Un racconto da autentica guerriglia, altro che partita di calcio.

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