Profughi in protesta davanti alla Prefettura accusano malore, la nota di de Conciliis

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Prefettura Avellino
Prefettura Avellino

Hanno accusato un malore e sono stati ricoverati stamane presso il Pronto soccorso della città ospedaliera di Avellino.

E’ la triste storia di due giovani immigrati originari del Nigeria, alloggiati in un centro del serinese ormai da due settimane. Da 48 ore i due avevano inscenato una protesta in corso Vittorio Emanuele ad Avellino, chiedendo di essere trasferiti in una struttura diversa da quella assegnatagli a Serino in via Giffoni. Questa mattina poi l’epilogo con il ricovero dei due ragazzi.

“L’Occidente non può permettersi di trattare il problema degli immigrati nel modo marginale con cui lo sta affrontando, lasciando all’Italia, meridionale in primo luogo, il ruolo di attore principale rispetto ad un dramma di tutti”.

ettore de conciliis
Ettore de Conciliis

Le parole di Ettore de Conciliis, candidato alla Regione nelle fila di Fratelli d’Italia, sono chiare, alla luce dei fatti di cronache hanno interessato Avellino la scorsa notte: “Per una questione di moralità non possiamo lasciare che gli immigrati dormano all’adiaccio; tuttavia concedere loro alberghi a quattro stelle è parimenti grave al cospetto dei drammi economici che vivono le famiglie italiane”.

De Conciliis evidenzia: “Il malore che stanotte – ieri per chi legge, ndr – ha colpito il giovane migrante che dormito lungo corso Vittorio Emanuele II, è la sconfitta di una politica che ha fatto il suo tempo e lo ha fatto anche male”.

“La destra sociale è favorevole all’ospitalità degli altri popoli laddove si tratti veramente di rifugiati politici, invece si oppone in tutti i modi al mercimonio di vite umane cui i complici indegni si trovano anche nella politica italiana. Il problema dei flussi migratori è il problema dei nostri giorni, con le implicazioni di impatto sociale che comporta, le possibili infiltrazioni terroristiche e vicende legate alla mancata integrazione. Anche dopo i recenti accadimenti, occorre che le istituzioni scelgano una strategia complessiva, con una visione capace di evitare ulteriori conflittualità o tragedie, almeno finché l’Europa non pianifichi e realizzi un intervento militare efficace sull’altra sponda del Mediterraneo al fine di fermare i trafficanti di uomini”.

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