Regione – “Di questo passo occorreranno tempi biblici per arrivare alla conclusione”. E’ quanto ha sostenuto il capo dell’opposizione in Consiglio Regionale, Francesco D’Ercole, a commento del rinvio al 2 luglio prossimo del processo per le presunte irregolarità nella gestione del ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania nei confronti del presidente Antonio Bassolino e di altri 28 imputati. “Sicché – ha proseguito – il rischio di prescrizione per alcuni reati, paventato, per l’ennesima volta, appena qualche giorno addietro, diventa sempre più consistente e preoccupante. Il che è obiettivamente inaccettabile , perché impedirà , ancora a lungo , che i cittadini sappiano cosa effettivamente sia successo in questi anni, chi siano i veri responsabili delle montagne di spazzatura accumulatesi lungo le strade delle nostre città, perché questo è successo e dove sono finiti e quali risultati reali abbiano prodotto tutte le risorse investite in questa inutile ed ultradecennale battaglia contro i rifiuti”. “Ed è chiaro – ha continuato – che se questo dovesse realmente verificarsi, nessuno potrà ritenersene soddisfatto. Non lo saranno i cittadini che continueranno a vivere sommersi dall’immondizia, senza sapere con certezza chi e perché devono “ringraziare” se sono costretti a vivere in una condizione da paese sottosviluppato del quarto mondo; non potrà esserlo la Magistratura la cui credibilità ne uscirebbe certamente penalizzata e messa in dubbio, proprio nel momento in cui più forte e fermo si alza il richiamo alla legalità ed alla certezza della pena, da parte dei cittadini e di tutti i più alti livelli istituzionali; ancora meno potranno esserlo Bassolino ed i suoi 28 coimputati, sul cui capo continueranno a pendere, da un lato, “la spada di Damocle” di una possibile condanna da parte della Giustizia e, dall’altro, la condanna senza attenuanti già emessa nei loro confronti dalla pubblica opinione. Un rischio – ha concluso D’Ercole – perché rappresenta un ulteriore ed inaccettabile attentato alla democrazia , alla civiltà ed alla immagine della nostra Giustizia”.
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