Isochimica, gli operai continuano la triste storia. Ad ottobre parola ai medici

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La lapide posta all'esterno della fabbrica

Renato Spiniello – Il processo Isochimica si arricchisce di un nuovo capitolo. Ci eravamo lasciati con le testimonianze di Nicola Abrate, Mario Giordano e Antonio Olivieri, fratello di Alberto, deceduto proprio a causa di quella polvere infernale, oltre che quella della vedova di Luigi Maiello, i primi a sfilare davanti ad un giudice dopo trent’anni di attese e battaglie.

Questa mattina, sempre presso l’aula bunker del carcere di Poggireale, è toccato invece a Michele Di Grezza e Umberto Petrozziello, ex operai dell’opificio di Elio Graziano, testimoniare la loro triste storia. “Sotto l’ex parcheggio ci sono tonnellate e tonnellate di amianto allo stato puro – ha riferito quest’ultimo, che per quattro anni ha lavorato presso la fabbrica dei veleni di Borgo Ferrovia – il mio compito era aprire una valvola grazie alla quale l’amianto raccolto cadeva verso il basso direttamente sui camion, questi, senza copertura, lasciavano l’azienda e disperdevano il carico lungo il tragitto”.

Dove fossero diretti quei camion, e il loro carico, gli operai non sono in grado di dirlo. Nella prossima udienza, fissata per il prossimo 27 ottobre, ancora lontano dall’Irpinia, verranno ascoltati i medici legali chiamati dalla Procura ad esaminare alcuni dei casi di morte registrati tra gli ex operai della fabbrica.