“Processo già una pena per i tecnici di Autostrade, la colpa è tutta dei Lametta”. Strage Bus, le arringhe dei difensori

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Renato Spiniello – “Il processo è già una pena”. Cita Franz Kafka l’avvocato Guido Colella nel difendere il suo assistito Michele Renzi, ingegnere di Autostrade per l’Italia, per il quale la Procura di Avellino ha chiesto una condanna a dieci anni per la strage di Acqualonga del 28 luglio 2013, quando quaranta pellegrini persero la vita a bordo di un bus precipitato dal viadotto autostradale.

L’accusa è di concorso in omicidio colposo plurimo, disastro colposo e omissioni nella gestione e nel controllo. Stessi capi contestati anche a Paolo Berti, assistito dall’avvocato Filippo Dinacci ed ex direttore del tronco autostradale. La difesa dei legali si è concentrata sul tema della prevedibilità dell’evento “incidente” e dell’evento corrosivo, respingendo le ricostruzioni del pm capo Rosario Cantelmo.

“Era impossibile prevedere che un pullman in quelle condizioni circolasse su un tratto autostradale e neppure era possibile prevedere che i tirafondi che dovevano mantenere ancorata la barriera al viadotto potessero corrodersi gravemente per effetto del sale antighiaccio” così i due difensori nelle loro arringhe.

L’avvocato Colella ha parlato anche di grande professionalità riscontrata negli ingegneri di Aspi, scagliandosi invece contro i fratelli Lametta. “Siamo tutti d’accordo che l’incidente è stato provocato dalla rottura del giunto – ha tuonato in Aula – avvenuto nel punto neve mentre il bus viaggiava a oltre 80km/h. Non c’era possibilità di frenare, anche perché, come sottolineato dai tecnici della Procura, erano diverse le anomalie che presentava il mezzo, come gli pneumatici usurati e la totale assenza di manutenzione minima. Quell’autobus non poteva assolutamente circolare e il processo andava celebrato solo nei confronti di autista e proprietario (Ciro e Gennaro Lametta, ndr)”.

Il processo, che vede come imputato principale l’imprenditore Gennaro Lametta che noleggiò il bus malandato e con falsa revisione, è ormai alle battute conclusive. Venerdì prossimo è attesa in Aula l’arringa dell’avvocato Paola Severino, ex Ministro di Grazia e Giustizia sotto il Governo Monti e legale dell’attuale amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci. Le arringhe difensive si concluderanno il prossimo 21 dicembre, per poi lasciare la parola al giudice Luigi Buono per la sentenza.