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Primavera Irpinia, Valentina Aliberti: “Avellino, la mia città ritrovata”

«Ho provato ad amarti e per questo più volte ti odiai». Con questi versi Valentina Aliberti chiude “Città Fantasma”, lirica contenuta nella silloge poetica “Minuscoli granelli di sabbia” in cui ha racchiuso i ricordi legati alla sua città natale, Avellino. Ricordi filtrati dalla malinconia e anche un po’ anche dall’insofferenza di chi ritorna a casa e non riconosce i luoghi che aveva lasciato.

Esponente dell’Associazione Primavera Irpinia ed espressione degli ambienti culturali della città, Valentina Aliberti è ritornata ad Avellino tre anni fa dopo aver svolto per lungo tempo la professione di ispettore del lavoro a Verona e in altre città del nord Italia.

«Ho sempre amato scrivere e osservare – spiega la Aliberti – e questa pubblicazione è nata proprio dalla necessità impellente di ricostruire attraverso il ricordo e la fantasia un’immagine della mia città: come la ricordavo, come avrei voluto che fosse e fosse rimasta. Ritengo che il concetto di amore sia un concetto di continua ricerca, non statico. Torni nella tua città e la ami solo perché ci sei tornato. Nel momento in cui si ritorna però capita che le immagini della memoria vengano coperte dal disordine e dalla trascuratezza attuali. L’unico modo per combattere la frustrazione è mettersi in gioco empatizzando con i volti e i luoghi della città ritrovata».

Se questo non accade, l’amore per la città può facilmente trasformarsi in rabbia e insofferenza. Ecco allora che i versi si trasformano in una ricerca identitaria che contiene un’analisi delle varie problematiche della città trattate in maniera molto sofferta e mosse dallo sguardo di chi si oppone all’abbandono dei luoghi che le furono cari negli anni dell’infanzia.

«È sicuramente anche colpa nostra se Avellino ha subito un’involuzione però il compito di chi amministra è quello di portare ad amare i luoghi in cui viviamo e ricercarli. Nel momento in cui io la ricordavo così bella attraverso gli occhi della mia infanzia e la cercavo, non l’ho trovata. L’interesse per la polis si attiva quando la cultura dei luoghi, della parola, dell’ambiente riescono a riportare un po’ di interesse nello sguardo di chi la vive. Ed è questo il messaggio che ho voluto lanciare attraverso la mia pubblicazione. Se noi per primi non cominciamo a fare qualcosa affinché tutti si affezionino alla città, la vedo un po’ dura».

L’idea di una politica che pone il territorio al primo posto. È questo che all’autrice del libro interessa di più: promozione della cultura, maggiori servizi, maggiore pulizia. Ci sono delle proposte anche pratiche che si possono attuare. Un programma ideale che favorisca la cultura anche attraverso la nascita di concorsi e premi letterari.

«Il teatro- conclude Valentina Aliberti- è ormai è chiuso. L’idea pratica è quella di favorire il connubio cultura-ambiente, anche attraverso premi e concorsi letterari. Ai cittadini, inoltre, consiglio di uscire e vivere la città e il suo meraviglioso centro storico. Tutti insieme possiamo partecipare alla costruzione di una città migliore».

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