Primavera Irpinia riparte e diventa grande: “Rappresentiamo la destra che non crede più nei partiti”

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Marco Imbimbo – Passata  la fase elettorale, Primavera Irpinia riparte con le sue attività, ma comincia anche a darsi una forma. Questa mattina, il portavoce Sabino Morano, ha presentato  i primi nomi dell’organigramma che sta venendo fuori: Massimo Bimonte, delegato all’organizzazione dell’associazione; Enrico Venezia, responsabile “Sanità” in Irpinia; Fabiola Martignetti, segretaria del movimento giovanile; Paolo Ferraro che invece guiderà la sezione cittadina dell’associazione.

“La via dell’associazione è quella che riteniamo la migliore – spiega Morano. Primavera Irpinia nasce in un momento delicato per il centrodestra, dopo la sconfitta di Caldoro alle regionali, per dare voce e spazio a quel blocco liberal-conservatore che esisterà sempre. Non ci poniamo in concorrenza con i partiti di centrodestra, ma vogliamo accentuare il radicamento territoriale”.

L’associazione punta ad inserirsi in quel vasto spazio in cui le persone non si riconoscono più nei partiti, sia per evidenti mutamenti sociali, sia anche per errori commessi dai partiti stessi negli ultimi anni che hanno, pian piano, perso il contatto con le comunità. “Vogliamo ripartire dalla città dopo l’impegno in campagna elettorale – prosegue Morano. È stato un momento di aggregazione per l’area politica, ma anche per analizzare le criticità storiche del centrodestra in città. E a queste criticità vogliamo dare risposte”.

Queste ultime arriveranno anche grazie alla scelta dei componenti dell’organigramma in via di definizione, come Ferraro che “costituisce un modello di radicamento sul territorio” spiega Morano mentre Martignetti dovrà “coinvolgere i giovani, ormai sempre più lontani dalla politica anche perchè i partiti hanno esaurito la loro dimensione storica e i luoghi di aggregazione sono diventati altri. Noi dobbiamo recuperare le energie migliori”, sottolinea Morano.

Bimonte dovrà occuparsi dell’organizzazione dell’associazione su tutto il territorio. “Fin dall’inizio abbiamo notato che le persone hanno voglia di partecipare”, spiega il fondatore del circolo dell’associazione ad Atripalda. “Vogliamo che ne nasca uno in ogni comune irpino, con un minimo di dieci iscritti, con una struttura chiara che deve prevedere un responsabile e un delegato alle politiche cittadine”.

Le tematiche relative alla sanità invece verranno curate da Enrico Venezia che vede, in Primavera Irpinia, la possibilità di creare “Qualcosa di innovativo in un centrodestra frantumato. La sanità è chiaramente un problema principalmente regionale, ma a livello locale si può lavorare per dar vita a dei miglioramenti, puntando su una maggiore collaborazione tra ospedale, medici e territorio. Inoltre la sanità è anche assistenza, come nel caso di quei malati gravi che hanno bisogno di un recupero da un punto di vista sociale. In questo discorso possono rientrare i Comuni individuando la struttura da utilizzare e poi coinvolgendo l’Asl di riferimento”.

Fabiola Martinetti punta a rappresentare e dare voce ai giovani: “Faremo anche dei corsi di formazione per farli avvicinare alla politica”. Mentre Paolo Ferraro da anni collabora con Morano: “Storicamente sono sempre stato indicato come un rappresentante del quartiere Valle dove, insieme a Morano, abbiamo organizzato molte iniziative, sia ludiche che di sostegno a una zona dimenticata dalle amministrazioni. Dalle elezioni non abbiamo ottenuto il risultato che ci aspettavamo, però è stata un’esperienza importante da cui vogliamo ripartire”.

L’associazione “Primavera Irpinia”, dunque si prepara a dar voce a tutti coloro che si sentono di destra, ma che non si riconoscono più nei partiti di riferimento, a cominciare da Forza Italia: “In questo momento i partiti significano realmente poco – spiega Morano – e spesso sono semplici cartelli elettorali per dar vita a una lista, altrimenti da soli non ce la farebbero”. Una critica velata ai rappresentanti irpini, da Cosimo Sibilia a Pietro Foglia, anche se Morano sottolinea: “Non vogliamo rottamare nessuno nè l’associazione si pone in concorrenza rispetto ai partiti, però è evidente come oggi la politica sia una cosa diversa dalla burocrazia dei partiti, così come i simboli fanno perdere voti”.