Marco Imbimbo – Un Consuntivo che non convince Dino Preziosi perché “sono sicuro che il disavanzo sia maggiore”, mentre sulla mozione di sfiducia sottolinea: “I numeri ci sono, ma purtroppo quello che si dice oggi non viene fatto domani”.
Intanto il capogruppo di “La svolta inizia da te” è pronto a studiare il Consuntivo 2017 redatto dal commissario, Mario Tommasino, ma che ancora non gli è stato consegnato: «Ho fatto una richiesta d’accesso agli, perché non ho ancora il Bilancio – denuncia Preziosi. Spero che i documenti mi vengano dati quanto prima».
Nel frattempo durante la conferenza stampa dei giorni scorsi proprio sul Consuntivo, il sindaco Ciampi ha chiesto collaborazione e responsabilità all’Aula, visto che il bilancio dovrà passare l’esame del Consiglio Comunale. «Il sindaco non deve aprire sul bilancio perché si tratta di un atto con il quale si vedono i conti, se uno li condivide li vota altrimenti no – sottolinea Preziosi. È vero che uno si assume la responsabilità non votandolo, ma se non lo condivido sono pronto ad assumermela».
Quello, però, che va chiarito è che al di là delle posizioni di ognuno, un’eventuale dichiarazione di pre-dissesto o dissesto prescinde dalla volontà politica. «Anche se ci fossero 32 consiglieri pentastellati, sono i numeri che parlano – spiega Preziosi. Nell’86% dei casi, dopo un anno di pre-dissesto, è stato dichiarato il dissesto perché non si è riusciti a raggiungere l’equilibrio».
Lo stesso Preziosi, inoltre, si dice già molto scettico sul Consuntivo preparato dal commissario Tommasino, anzi secondo lui il quadro sarebbe più drammatico di quello attuale. «Credo che il disavanzo sia molto più alto – spiega Preziosi. Certo potrei anche sbagliarmi sui numeri, ma finora ho avuto ragione sugli equilibri dei vecchi bilanci oppure sul disavanzo del precedente Consuntivo (quello poi riscritto da Tommasino, ndr) quando dissi che il disavanzo era più alto. Al momento posso dire che la relazione del commissario non mi convince per niente. Per questo motivo ho fatto una richiesta di accesso agli atti. Voglio vedere tutti i numeri del bilancio e l’importo dei vari fondi. Ma credo che allo stato attuale ci sia una mezza verità sui conti».
Le ultime vicende sui conti del Comune non devono far calare l’attenzione sulla mozione di sfiducia al sindaco Ciampi sul cui capo continua a pendere questa spada di Damocle e che potrebbe arrivare dopo l’approvazione del Consuntivo. Per questo motivo, ad esempio, il gruppo “Pd” non ha dato indicazioni sulle commissioni consiliari. «Finchè la sfiducia non viene votata, io non ci credo – spiega Preziosi- quindi iniziamo a fare le commissioni, almeno ce le troviamo».
Il motivo per cui il gruppo “Pd” non ha dato i nomi per le commissioni è proprio per rimarcare la volontà di andare a casa a breve. «Con molta onestà – prosegue Preziosi – loro possono anche fare la mozione di sfiducia, ma non so se da soli hanno i numeri. Quindi c’è bisogno che nasca una mozione di sfiducia con un equilibrio politico tra tutti coloro che la firmeranno. I consiglieri Pd sono 6 e non so quanti altri si adegueranno a quella mozione. A noi civici non interessa tanto andare a mettere nella mozione aspetti politici, noi ragioniamo sull’organizzazione di un sistema amministrativo e sulla pragmaticità, tutti aspetti che esulano da quelle che sono le volontà partitiche, ma non possiamo ritrovarci senza commissioni col rischio che poi non arrivi la sfiducia. Ci ritroveremmo ad aver imballato il consiglio comunale per troppo tempo e questa è una responsabilità che non mi voglio assumere».
Una sintesi politica sulla sfiducia, quella auspicata da Preziosi, sarebbe possibile ma serve la volontà di tutta l’opposizione. «Finora è successo che, le cose concordato un giorno, non sono state realizzate in quello successivo. Senza dimenticare che c’è sempre il solito giochetto nel garantire di voler essere la diciassettesima firma sulla mozione di sfiducia, ma se ne manca una allora non si firma più niente – spiega Preziosi. Insomma, bisogna trovare una quadra per il semplice fatto che o si decide di mandare via questo sindaco oppure si porta avanti la consiliatura vedendo fin dove si può arrivare».
I numeri per mandare a casa il sindaco ci sarebbero già e corrispondono «all’opposizione che vediamo oggi», cioè quella che ha votato contro alle linee programmatiche, ma Preziosi non si entusiasma più di tanto di fronte a questi numeri, anche in considerazione di quanto già accaduto. «Ricordo quanto successe con Foti, io e Giancarlo Giordano presentammo una sfiducia a cui si accodò Festa, ma all’ultimo la mozione non si fece più. Anche questa volta saremmo dovuti andare in 21 consiglieri davanti al notaio per firmare le dimissioni e non ci siam più andati – ricorda Preziosi. Mentre la mozione che abbiamo presentato, qualche giorno fa, doveva avere 13 firme, ma siamo rimasti in dieci. Questo è un momento verità, o uno ha il coraggio delle proprie azioni oppure parliamo di fantasia».