«La cultura può essere una fonte di arricchimento anche in termini economici per la comunità avellinese e una gestione attenta del patrimonio culturale della città non può prescindere da una stretta collaborazione con il privato. È l’idea di fondo per realizzare in senso più ampio il progetto complessivo che ripropongo ai cittadini di Avellino con l’obiettivo di renderla una città smart e che diventa fondamentale per un ente in condizione di deficit strutturale, che quindi non può immaginare di gestire direttamente grandi strutture come il Teatro “Gesualdo” e anche l’ex Eliseo».
Il candidato a sindaco di “La svolta inizia da te”, Dino Preziosi, illustra le sue proposte per il rilancio della cultura in città e spiega che «in questa ottica, durante il periodo di gestione commissariale del teatro, a seguito delle dimissioni del Cda, ho rappresentato l’esigenza che il teatro non fosse chiuso e soprattutto che, in mancanza di competenze adeguate al compito, lo si affidasse in concessione, convinto che la cultura non deve essere una spesa, ma deve essere un investimento. Il segretario generale ha poi fortunatamente raccolto questa indicazione e ottenuto il duplice risultato di assicurare lo svolgimento delle attività teatrali e risparmiare la ragguardevole cifra di circa un milione di euro, che è possibile destinare ad altro.»
«È questa, secondo me, la strada da seguire per rendere vitali e produttive anche quelle che ancora oggi, anni dopo la conclusione dei progetti inclusi nel PICA, non sono che scatole vuote – dice -, senza tralasciare il ruolo importante che le associazioni culturali attive in città possono svolgere, innanzitutto nel mantenere viva l’identità della comunità avellinese. Una comunità che tra l’altro chiede spazio per i suoi giovani, a cui tra l’altro mancano luoghi dove le numerose band presenti in città possano esprimersi».
«Come ho detto, esattamente parola per parola, lanciando cinque anni fa la civica “La svolta inizia da te”, punto chiave del mio programma è dare nuova vita a questi spazi, condividendo con tutti i cittadini le modalità fattive di un utilizzo delle strutture comunali. Si pensi, ad esempio, a Villa Amendola quale sede di master di secondo livello, con il suo pregevole orto botanico che deve essere visitato e non dimenticando che le splendide cantine antiche si prestano ad essere un luogo unico di aggregazione».
«È solo una delle proposte con le quali mi sono presentato al voto alle passate amministrative, lungimiranti allora e ancora attualissime oggi, dopo anni di immobilismo in cui se qualcosa è cambiato, è cambiato solo in peggio, tanto – conclude – che le poche idee che sento in questa campagna da altri candidati non sono che la copia del mio programma del 2013».