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Presidenza del Consiglio: giochi ancora aperti, ma il centrosinistra pensa alla exit strategy

Marco Imbimbo – La querelle sulla nomina del nuovo presidente del Consiglio non è ancora arrivata ad un punto di svolta. Tutte le ipotesi restano in piedi, ma al pari sono talmente fragili che, al momento, ognuna rischia di essere poco credibile.

I nomi maggiormente gettonati restano quelli di Enza Ambrosone (decariana) eletta nella lista Pd e Ugo Maggio (festiano) eletto in quota Davvero. Su di loro si giocherà la guerra all’interno della coalizione del centrosinistra a cui, Ciampi, ha consegnato la nomina del Presidente, o quanto meno l’indicazione di una figura. Ma non sarà così facile. La coalizione è già un colabrodo, la sconfitta al ballottaggio ha sancito il suo scioglimento informale e, sulla Presidenza verranno fuori tutte la fratture. Che poi, al momento, altro non sono se non quelle registrate durante il congresso Pd.

Nello Pizza dovrebbe convocare la sua coalizione per venerdì, all’indomani della convalida degli eletti, per provare a trovare una quadra quasi impossibile, ma la riunione sarà anche un banco di prova per toccare con mano quella frattura che ormai è nota a tutti. Una volta appurato che non c’è la famosa convergenza tanto auspicata su un nome, allora le vie diventeranno inevitabilmente due. La prima vede quella dello scontro frontale, quindi nessun passo indietro da ogni area sui candidati che, addirittura, potrebbero aumentare. Stefano La Verde, infatti, è pronto ad aggiungersi alla lista e, più defilato, potrebbe farci un pensierino anche Carmine Montanile, ma questo nome non andrebbe a contrastare quello della Ambrosone, bensì a sostituirsi a lei solo nel caso in cui si dovesse registrare una migliore  convergenza anche da parte della maggioranza.

C’è poi la seconda via che punterebbe a superare la diatriba e che, a sua volta, si suddivide in due stradine. Una porta verso l’indicazione di un nome super partes che, verosimilmente, corrisponde a quello di Nello Pizza. Il candidato sindaco del centrosinistra ha sempre detto di non essere interessato, preferendo mantenere il ruolo da consigliere. Nei fatti, però, non ha mai chiuso la porta al 100%, mantenendo qualche piccolo spiraglio legato esclusivamente al tentativo di tenere unita la sua coalizione. Su di lui, tra l’altro ci sarebbe anche già il pressing di qualche consigliere per niente interessato alla diatriba Ambrosone-Maggio.

La seconda stradina è quella che sta emergendo in questi giorni, in maniera più o meno velata, e porta alla rinuncia della Presidenza del Consiglio, rispedendo al mittente la nomina. Una exit strategy che servirebbe a mettere una pezza sulla frattura nella coalizione e non farla emergere in maniera palese, ma che porterebbe anche a un contraccolpo perchè, a quel punto, si scatenerebbero le critiche e le ironie della maggioranza consiliare verso un’opposizione che non è in grado nemmeno di eleggere un presidente del Consiglio Comunale. Se dovesse prevalere la exit strategy ritornerebbe in auge il nome di Dino Preziosi per il ruolo, a cui potrebbe contrapporsi Ines Fruncillo.

Giochi ancora tutti aperti, insomma, e rimarranno tali fino a giovedì. All’indomani della convalida degli eletti, infatti, la querelle entrerà ufficialmente nel vivo e, a quel punto, ci saranno a disposizione massimo 20 giorni per risolverla, ovvero il tempo limite che avrà il neo sindaco Ciampi per convocare il primo consiglio comunale.

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