Presepi viventi in Irpinia: ogni anno si celebra il fascino della tradizione

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Nel periodo che precede il Natale in Irpinia si rigenera di anno in anno la tradizione dei presepi viventi. Sono tanti quelli sul territorio che rappresentano per i piccoli comuni irpini momenti di aggregazione, celebrando il periodo natalizio con lo sguardo rivolto al passato.

Ma come nasce in Italia la cultura del presepe vivente? Questa tipica rappresentazione di carattere teatrale che, grazie a figuranti umani ripropone la nascita di Gesù Cristo in una suggestiva ambientazione bucolica, tradizione vuole risalga ai tempi di San Francesco che, nel borgo di Greccio (Rieti) nel 1223 realizzò il primo presepe vivente.

Da quel momento questa usanza cristiana iniziò a diffondersi in tutta Italia, fino a raggiungere tanti Paesi cristiani nel mondo. Ancora oggi, durante le festività natalizie, i presepi viventi animano usi e costumi di tutto il mondo occidentale non solo cattolico, e spesso sono realizzati anche da altri ordini religiosi e altre appartenenze.

Si tratta di momenti di grande condivisione da parte dell’intera cittadinanza, in quanto i figuranti sono impersonati dagli abitanti che si dilettano anche con la messa in mostra di antichi mestieri del luogo, di tradizioni tipiche del posto e di tutto un contorno fatto di calore e cultura tipicamente popolari.

In Irpinia la tradizione del presepe vivente è diffusa praticamente in tutto il territorio. Sono davvero numerosi i comuni che organizzano ogni anno questa messa in scena affascinante.

Tra gli appuntamenti fissi troviamo, ad esempio, quello di Gesualdo con oltre 200 figuranti in costumi d’epoca dell’Anno Zero, trenta scene del presepe e le grotte del centro storico del borgo su cui domina il Castello.

C’è poi il presepe vivente di Forino, con una rappresentazione che include 200 figuranti in costumi d’epoca e decine di scene distribuite nei locali dell’antico casale nei pressi del Palazzo Feudale.

Fascino e suggestione anche a Calitri, nei vicoli dei suo centro storico, con annesse botteghe enogastronomiche a chilometro zero e degustazione dei prodotti tipici.

Più recente ma ugualmente suggestivo quello di Vallata, con i suoi circa cento figuranti e le ambientazioni tra gli scorci del centro storico e poi quello di Avella, un sito di antichissime origini che vanta storia e monumenti da visitare come l’Anfiteatro Romano, le tombe romane e il Castello del periodo normanno.

In tutti i borghi d’Irpinia l’obiettivo comune è quello di valorizzare usi, costumi e tradizioni locali per riscoprire ogni anno la civiltà che c’è dietro a ogni realtà. Oltre a promuovere l’aggregazione sociale e alimentare il movimento.

Ma un aspetto importante è anche la riconquista dei centri storici, ambientazioni predilette per questo tipo di eventi, e la riproduzione realistica della vita passata, ritrovando le radici contadine di ogni comunità. Le manifestazioni portano infatti alto il loro valore culturale nel riportare alla luce mestieri sempre più rari, se non completamente scomparsi, e scene di vita vissuta e nemmeno troppo lontana.

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