Alfredo Picariello – Nel corso di una terza Commissione consiliare abbastanza “infuocata”, presieduta da Nicola Giordano, l’assessore alle Finanze del Comune di Avellino, Vincenzo Cuzzola, fa il punto della situazione, in particolare, sul piano di riequilibrio finanziario pluriennale presentato dall’amministrazione Festa e sul quale il ministero dell’Interno ha chiesto ulteriori delucidazioni e chiarimenti.
L’assessore mostra ottimismo ed annuncia: “Gli otto milioni, ovvero l’anticipo del 50% del totale, legati al Fondo di Rotazione statale per il riequilibrio finanziario, il ministero li avrebbe dovuti inviare molto tempo fa. Credo che arriveranno, con ogni probabilità, a maggio, perché il ministero ritengo si sia reso conto che deve mandarceli”. Secondo Cuzzola, “gli otto milioni, insieme ad una quota parte di dismissione del patrimonio comunale ed a quello che recuperiamo dopo i termini di scadenza del pagamento dagli accertamenti dei tributi, potrebbero coprire i debiti fuori bilancio già da subito. Avremo, in questo modo, una massa disponibile di circa 12 milioni da poter offrire ai creditori”.
La manovra di pre-dissesto della giunta comunale punta molto sulla vendita di alcuni beni comunali. E’ notizia nota a tutti l’interessamento della Guardia di Finanza all’acquisto del Municipio di Piazza del Popolo. Ieri c’è stato un sopralluogo del comandante Gennaro Ottaiano. Si tratta di capire, ora, quali siano gli altro beni in vendita. “Il nostro piano si concentra sulla dismissione di una quota del Comune – afferma l’assessore – , sulla dismissione dell’ex asilo “Patria e Lavoro” e sulla dismissione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. In questo caso, il prezzo è esiguo. Al momento non prevediamo altre dismissioni”.
“Su questi beni – dice Cuzzola – al momento ancora non c’è una stima economica puntuale. Si parla di tre milioni e mezzo per Palazzo di città, circa 300mila euro per l’ex Asilo, poi parliamo di circa 20mila euro ad alloggio”. Il Ministero, come dicevamo, ha chiesto all’amministrazione ulteriori integrazioni. “Noi siamo assolutamente tranquilli, ci troviamo difronte ad una prassi normalissima, ad una procedura normale. E’ ovvio che, nel momento in cui il Comune presenta un piano di rientro, il piano va poi capito ed analizzato a fondo. Già è difficile che lo comprendiamo noi, il piano, figurarsi soggetti che sono molto distanti da noi. Il Ministero chiede, come è giusto che sia, dei normali chiarimenti”.
“Quando parliamo di numeri – chiarisce l’assessore esterno della giunta Festa – o ci mettiamo un attimino con un foglietto in mano e facciamo due + due, oppure non li comprendiamo. Si rischia soltanto di seminare il panico. Ripeto, ancora una volta, che la massa passiva del Comune di Avellino non sono quei 45 o 60 milioni di cui sento dire. Questo dato lo conferma anche il Ministero. La massa passiva sono i debiti ed il disavanzo”. “In un Comune come quello di Avellino, in cui la spesa corrente è di circa 55 milioni, un’incidenza di 20 milioni di massa passiva cosa volete che sia. Dobbiamo avere contezza di quello di cui parliamo, quindi non bisogna fare terrorismo psicologico e non si deve nemmeno gettare discredito sui lavoratori, perché il piano lo hanno elaborato i dirigenti ed i funzionari ed è un piano egregio. Lo dimostra il fatto che la Corte dei Conti non ha avuto nessuna esitazione nel riconoscere le nostre attestazioni”.
C’è, però, la questione dei nuovi debiti fuori bilancio che, a quanto pare, ancora non sono stati individuati e quantificati. “Non è così – spiega Cuzzola -. Per i nuovi debiti fuori bilancio esiste una posta, un accantonamento, nel bilancio corrente, di un milione di euro l’anno. L’anno scorso, su un milione di euro, sono arrivate sentenze per 300mila euro. Ora stiamo facendo una nuova ricognizione. La ricognizione al momento del piano su sentenze temute, parlava di circa 5 milioni di euro. Debiti fuori bilancio che non scaturiscono da sentenze non ce ne devono essere. Chiederemo, infatti, l’attestazione al dirigente dell’avvenuto arricchimento ed utilità dell’ente. Orami il debito fuori bilancio non deve esistere più. Dobbiamo ragionare su dati ed elementi certi”.