Rabbia, delusione, rammarico, amarezza… sono stati i sentimenti che hanno animato i cuori dei 147 lavoratori delle Bullonerie Meridionali, di Lacedonia e di Roccabascerana, che dal dicembre 2003 sono in mezzo ad una strada per fallimento. Ma, dopo l’ultimo incontro con la Curatela Fallimentare di Sant’Angelo dei Lombardi, correva il 31 marzo scorso, sempre apparire da lontano uno splendido e coloratissimo arcobaleno… non solo l’ottenimento della Cassa Integrazione ma soprattutto la “rianimazione” dei due stabilimenti. Non sono ipotesi ma dati di fatto secondo quanto dichiarato dal segretario provinciale della Fim-Cisl, Giuseppe Zaolino “…ci sono novità sostanziali. La vertenza Bullonerie si è sbloccata. Non sono chiacchiere le mie, né illusioni. Il dottor Magistro della Curatela ed il presidente del Tribunale altirpino Carbone hanno assunto impegni ben precisi: ripristinare la Cassa Integrazione, ferma al palo da tre mesi, e avallare la decisione di approvare le proposte di affitto dei due stabilimenti come hanno fatto richiesta alcuni imprenditori del Nord Italia. Gli industriali proponenti, infatti, sarebbero intenzionati e disponibili a sottoscrivere in un primo momento un contratto di locazione sia per Lacedonia sia per Roccabascerana per poi, in un secondo momento, sottoscrivere un contratto di compravendita”. Due notizie, insomma, che rappresentano una vera e propria boccata d’ossigeno per le maestranze: da oltre cento giorni (dal 17 dicembre 2004 per essere precisi) i 147 lavoratori non hanno nei loro portafogli neppure un centesimo vista la non conferma della Cassa Integrazione. Ed ancora, la prospettiva di un’imminente riapertura, tempi burocratici permanenti, significherebbe per gli operai la restituzione della dignità e del rispetto. “Abbiamo – continua Zaolino – fissato un nuovo incontro: ci riuniremo a Sant’Angelo dei Lombardi a fine mese al fine di verificare l’attuazione degli impegni assunti e non solo. La Fim-Cisl sta già pensando al futuro. Al momento dell’indizione del bando di compravendita nell’atto dovrà essere inserire una postilla: l’imprenditore che acquisterà gli stabilimenti di Roccabascerana e di Lacedonia dovrà perentoriamente garantire il mantenimento, ovvero, il rientro effettivo del livello occupazione di tutti i 147 lavoratori. Un impegno importantissimo che garantisce diritti ed oneri alle maestranze e, quindi, una… boccata d’ossigeno”. Ma le buone notizie non finiscono qui, anzi. Entro e non oltre il 15 aprile prossimo la Curatela Fallimentare provvederà alla chiusura dello stato passivo delle Bullonerie Meridionali. Quindi? “Sarà posta la parola fine ai debiti e sarà erogato anche il trattamento di fine rapporto (TFR) e, dunque, i 147 lavoratori potranno presentare richiesta all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale della loro rispettiva liquidazione. Insomma, è stata avviata la “terapia intensiva” per le Bullonerie Meridionali: risale al 19 dicembre 2003 il giorno in cui è stato decretato il fallimento dei due stabilimenti con sede a Roccabascerana e a Lacedonia con la conseguente Cassa Integrazione, a singhiozzo, per tutte le maestranze in forza. Ma oggi, fortunatamente, si gira pagina…
Mentre la vertenza delle Bullonerie Meridionali si avvia alla fase della ripresa, purtroppo, in Irpinia il settore metalmeccanico continua a navigare in cattive acque: un esempio per tutti la Bitron Sud di Morra De Sanctis. Il titolare dello stabilimento ha, infatti, notiziato il Sindacato di categoria dell’imminente taglio occupazionale. Nelle prossime settimane si assisterà ad una diminuzione di ben venti maestranze sulle attuali 55. Una decisione scaturita dalle difficoltà del settore metalmeccanico non solo irpino ma di tutto il Paese: una disposizione dall’alto che ha comportato lo stato di agitazione dei cinquantacinque operai. Le maestranze proseguono lo sciopero e non si esclude un sit-in davanti alle Istituzioni per chiedere un intervento ed un aiuto per salvare il posto di lavoro.
Per il 4, 5 e 6 aprile, invece, per i lavoratori della Fma di Pratola Serra si prevede la Cassa Integrazione: il pericolo chiusura dello stabilimento di Pomigliano non si ripercuoterà sull’Irpinia “…si prevede una nuova fase di rilancio – afferma Giuseppe Zaolino -. dopo il divorzio con l’americana Gm, la Fiat Auto, l’Iveco e la Elasis (centro di ricerche per motori) hanno dato vita ad una nuova società, nella quale rientrano a far parte ben ventisei stabilimenti meccanici, grazie alla quale vi è la fusione nella Fiat SpA con la conseguente accelerazione dello sviluppo. Per fine 2005, infatti, per lo stabilimento di Pratola Serra sarà incrementato l’attuale livello occupazionale: si prospettano tra le 150 e le 250 nuove assunzioni. Ed in uno scenario non sempre brillante quando si assume di certo la quotidianità dello sviluppo irpino ne acquista valore…”.
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