Polo conciario,cresce il mercato con possibilità di nuove assunzioni

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L’indicatore conciario 2007 accenna ad un miglioramento. Nel polo solofrano si è registrata poca Cassa Integrazione Guadagni Speciali e niente Cassa Integrazione Ordinaria. La Cigs segna 76 operai della Carsten’s fino al 7 gennaio prossimo, poi subentrerà il licenziamento, e 188 maestranze dell’azienda Albatros. Sotto questo punto di vista l’anno è risultato buono e le previsioni indicano un tenore lavorativo costante, nonostante il crollo di due colossi conciari che vedono al proprio interno già lavorare in tutto otto opifici cosi distribuiti: sette nella Carsten’s e uno, la Cantieri Pelli, nell’Albatros. Pare che la crisi di quest’ultima sia stata bene assorbita in quanto nei conciatori locali c’è la ferma coscienza di un mercato che procede e può crescere con la possibilità di assunzione di ulteriore personale. A decretare la sicurezza nella continuità lavorativa sono state senza dubbio le ultime due fiere di Lineapelle: la bolognese, tenutasi ad ottobre, e quella novembrina del Guangzhou International Convention & Exhibition Center nota in Asia. Qui i conciatori solofrani, e non, hanno notato un cambiamento radicale nel commerciante e conciatore cinese: non più sul volume ma sulla bellezza della pelle, perché hanno capito che il committente straniero è diventato più pretenzioso e se non viene accontentato cambia rotta e partner produttivo. E per lo stile chi ha presentato in fiera campioni di pelle lucidate, stampate e verniciate ha riscontrato la stessa affermazione della fiera bolognese come pure per le morbide e al capretto che tengono sempre banco. Il conciatore solofrano ha lavorato circa il 60-70 per cento per il mercato europeo incluso quello italiano fornendo il settore calzaturiero. Ciò fa capire il perché sia diminuita l’area dollaro e aumentata quella europea. Non hanno disdegnato l’abbigliamento (assorbito per lo più dal mercato asiatico fino alla prima metà degli anni novanta, in pratica prima che Hong Kong venisse annessa alla Cina) soprattutto per l’optional. Col ritorno del morbido si sono iniziati a lavorare gli ovini per calzature e pelletteria. “E’ la moda che vuole questa direttiva – dice un operatore solofrano – e noi facciamo di tutto per esaudirla”. Si è verificato durante l’anno anche un fattore strano cioè: prima per le consegne si perdeva del tempo ora invece si anticipano addirittura le scadenze dando così spazio ad aggiornamenti continui di modelli. C’è chi però ha predicato durante l’anno sulla “conseguenza di questo nuovo modus operandi: la tecnologia”. E’ stato il presidente dei conciatori Michele De Maio dell’azienda Dmd Solofra che vede nel sistema di automazione l’arma vincente per migliorare la peculiarità del prodotto contenendo i costi. Nuovi macchinari però comportano a detta di De Maio anche una conoscenza di questi da parte degli operai specializzati. Un dato positivo che viene dagli operatori conciari locali è senza dubbio quello di preparare la nuova generazione in azienda iniziando dai propri figli, un perpetuarsi così non solo della ditta ma dell’intero polo conciario solofrano. Chiudiamo con la situazione della concia italiana, grazie ai dati della Cotance: il fatturato dell’Italia 2006 è stato di 5.320.271 (valori in migliaia di euro), nei primi otto mesi presenta un + 3,6 per cento. A questo ha contribuito il polo conciario solofrano. (di Dante Grimaldi)

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