Politica e Indennità, Fierro: “Asi? Vignola si accontenta di 45mila euro all’anno”

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“Leggo con ritardo, e me ne dispiaccio, la dichiarazione alla stampa del Sindaco di Solofra il quale ha chiarito che, lungi dal percepire sia l’indennità di Sindaco che quella di membro del Consiglio di Amministrazione dell’ASI abbia rinunziato alla prima accontentandosi del compenso di appena 45.000 euro l’anno del Consorzio di Sviluppo. E soprattutto apprezzo la dedizione che porta Vignola a rinunziare al suo lavoro per stare a tempo pieno a disposizione della collettività”.

Così in una nota Lucio Fierro sulle indennità percepite dagli amministratori all’Asi.

Lucio Fierro
Lucio Fierro

“Prendo atto, chiarendo che non ho mai pensato che né lui né altri colleghi che in tale incarico lo hanno preceduto, abbiano potuto incassare due indennità. Ciò che ci lascia perplessi è che la dirigenza dell’Asi ed il suo Presidente non
abbiano ancora rese pubbliche le indennità percepite presso l’Asi dal 2010 ivi compreso l’elenco dei compensi percepiti come indennità e rimborsi anche nelle società collegate (a partire dall’ASIDEV)”.

Fierro continua: “Aspettiamo ancora che questo avvenga. Già che ci siamo, resta ancora qualche piccolo dubbio residuo che, speriamo, ai margini della seduta di domani del Consiglio Generale dell’Asi qualcuno troverà il modo di chiarire. La lettura di alcune normative (che ci sono state segnalate da alcuni più attenti amici), lascerebbero intendere che ad essere vietato, dal 2010, non è solo il cumulo delle due indennità ma la possibilità stessa per un amministratore eletto di rinunziare alla sua indennità di carica ed optare per un’altra. Lo impedirebbe il comma 5 dell’art. 5 della legge
30.7.2010, n° 122 laddove prescrive che “nei confronti dei titolari di cariche elettive, lo svolgimento di qualsiasi incarico conferito dalle pubbliche amministrazioni …. può dar luogo esclusivamente al rimborso delle spese sostenute; eventuali gettoni di presenza non possono superare l’importo di 30 euro a seduta”.

Che l’Asi ricada appieno in tale normativa sembrerebbe indicarlo l’elenco dell’Istat che classifica i Consorzi tra enti locali come “amministrazioni locali”, cosi come gli Ato e, per sovrappiù (tanto per gradire) anche l’ente che in Sicilia ha incorporato tutte le Asi. Certo i legulei potranno sofisticare che le Asi in sé non sono riportate. Solo che sono classificati come pubblica amministrazione gli “enti pubblici economici” persino quando sono di rilievo nazionale e che una classificazione che escluda le Asi dalla Pubblica Amministrazione non l’abbiamo trovata. Ed è indubitabile come l’Asi di Avellino sia correntemente finanziata per le spese di funzionamento dai Comuni titolari di quote
consortili, che attinga in via ordinaria a finanziamenti del bilancio regionale, elementi questi che eliminerebbero ogni dubbio residuo”.

“Ce ne è -almeno a me pare- a sufficienza per un elemento prudenziale minimo che porti ad una inequivoca pronuncia da parte di chi di dovere sulla materia. Da parte mia mi sento di consigliare il Presidente dell’Asi, i revisori dei conti e
soprattutto il funzionario dell’Asi responsabile del procedimento di sottoporre la questione ad un parere interpretativo della Corte dei Conti medesima, ad evitare che la stessa Corte, in un futuro vicino o lontano possa essere chiamata a pronunciarsi per un eventuale danno erariale derivante da una non dovuta erogazione di emolumenti ed al recupero delle somme a carico dei percipienti”.

“Ricordo a tutti loro che la Corte dei Conti pugliese, un parere lo ha già dato, in data 31.10.2013 affermando che “ …la norma dettata dall’art. 5, comma cinque della legge 30.7.2010, n° 122 … pone una limitazione soggettiva, operante in via generale per gli amministratori pubblici, basata sul principio che dal presupposto della elettività della carica deriverebbe la tendenziale gratuità degli incarichi conferiti dalla pubblica amministrazione …” – e che- “la disposizione trova applicazione a prescindere da qualsiasi collegamento tra l’Amministrazione conferente l’incarico e quella ove il destinatario del medesimo è titolare di carica elettiva”.

Questo è quanto asserito da Lucio Fierro.

vignola
Michele Vignola

Di seguito si riporta la nota stampa diffusa da Michele Vignola, sindaco di Solofra e componente del CdA dell’Asi Avellino:

“Sono una persona che ha sempre operato nel nome della massima trasparenza e del bene pubblico. Nel momento in cui sono stato nominato, lo scorso 13 marzo, vicepresidente dell’Asi di Avellino ho immediatamente rinunciato, di mia spontanea iniziativa, all’indennità di sindaco della Città che amministro. E l’ho fatto in maniera riservata senza farne una bandiera demagogica da sventolare in pubblico dominio”.

“Non solo ho sùbito provveduto, mediante comunicazioni, una al Comune di Solofra (responsabile area finanziaria con protocollo numero 6450 del 27 aprile 2015) e l’altra all’Asi di Avellino in data 28 aprile 2015, a non percepire più l’indennità comunale, nel momento in cui ho optato a quella riconosciuta e ricevuta dall’Asi. Ma ho anche rinunciato, quando sono stato eletto sindaco, nel maggio 2012, al contratto di lavoro che mi legava al Gal Irpinia in qualità di responsabile amministrativo e finanziario del Gruppo di Azione Locale. Il tutto per dedicarmi a tempo pieno alla vita amministrativa della mia comunità”.

“La mia ex indennità di sindaco è sempre stata resa pubblica ed è online sul sito del Comune di Solofra nella sezione albo pretorio”.

 

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