Siamo ad aprile ma siamo già entrati nel vivo e nella fase decisiva. Di che parliamo? Dell’NBA, il campionato di basket più bello del mondo. I playoff sono appena iniziati e la macchina dei pronostici e delle sensazioni si è già messa in moto. E tutti gli amanti della palla a spicchi sono in fibrillazione e in estasi. Certo, se si pensa alla nostra serie A Beko, le differenze sono fin troppo evidenti…
La solita dominatrice Milano, le conferme Reggio Emilia e Venezia, le sorprese Avellino, Cremona e Pistoia, l’organizzazione di Trento e soprattutto una Sassari che sta pian piano risorgendo dalle sue ceneri e che non intende mollare il tricolore cucito sul petto: questo è il messaggio che a metà aprile manda il campionato italiano di pallacanestro. E mentre negli USA arrivano già le prime sentenze e le prime risposte, qui si è ancora alla ricerca di qualche certezza in più. Anche se, va detto, l’equilibrio è quasi sempre sinonimo di spettacolo e divertimento per chi guarda. Insomma, per dirla in parole molto povere e semplice, il colpaccio della Dinamo sul campo della Grissin Bon non ha nemmeno la metà del valore del successo dei San Antonio Spurs sui Memphis Grizzlies. C’è anche tutta una questione di appeal e di richiamo. Questo è tanto ovvio quanto chiaro e scontato.
Ma, al di là di questo, c’è una diversità strutturale e di organizzazione. Infatti la NBA è divisa in Conference. Questo aspetto rende i play off più lunghi, avvincenti ed anche più stancanti e stressanti. Non conta solo la qualità della squadra, ma anche la mentalità, la tenuta fisica e la lunghezza del roster. Ruotare i giocatori diventa fondamentale. Quando in Italia si è aggiunta una partita in più nella finale, in molti hanno storto il naso, mentre in tanti hanno visto un tentativo di scimmiottare la National Basket Association. Forse è stato davvero così. E, se i risultati fossero sempre quelli visti nella finale dell’anno scorso tra Sassari e Reggio Emilia, l’idea sarebbe stata più che buona. Certo è difficile copiare tutto l’impianto, perché è impossibile dividere il campionato tra Nord e Sud. Ne perderebbe la qualità e ci sarebbero delle partite dall’esito fin troppo scontato.
Nel frattempo dall’altra parte dell’oceano è finalmente arrivato il momento più atteso della stagione, stiamo parlando ovviamente dei playoff Nba. I favoriti assoluti per la vittoria dell’anello non possono essere che i Golden State Warriors dell’Mvp Stephen Curry, che hanno concluso la regular season con il record assoluto di 73 vittorie e 9 sconfitte, scalzando dalla vetta più alta le 72 vittorie conquistate dai Bulls di Jordan nella stagione 95-96. Dietro di loro, come riporta lo speciale di “Bwin” troviamo il vuoto assoluto, con San Antonio e Cleveland quotati a 4,75/1, i Thunder addirittura a 15/1.
Tutta questa attenzione e questa partecipazione per la fase finale del campionato a stelle e strisce non si nota nei play off della Serie A Beko. E allora forse la differenza sta tutta là. Nell’appeal, nell’importanza, nel seguito e nel fascino. In America c’è il football, il baseball e tanto altro. Ma il basket ha quel qualcosa in più. In Italia esso viene sovrastato dal calcio. In ogni modo e in ogni luogo. Forse è tutto qui. Forse è davvero tutta un’altra musica. Tocca rassegnarsi. Tocca accontentarsi. E provare a copiare qua e là.