MONTORO-Colpo di scena in aula nell’ambito dell’incidente probatorio chiesto dalla Procura di Avellino per ascoltare i due testimoni (un imprenditore salernitano e un suo dipendente) che avevano consentito di identificare il cinquantacinquenne Gerardo Iannone, difeso dal penalista Marino Capone, quale complice di una tentata estorsione ai danni di un cantiere per lavori di efficientamento energetico nell’ambito del “Superbonus 110%” nella frazione San Pietro della cittadina della Valle dell’Irno. Proprio l’udienza che sarebbe stata utile a cristallizzare le dichiarazioni delle vittime (anche a seguito di presunti tentativi di subornarle, fatto per cui erano scattate anche delle perquisizioni) si e’ invece rivelata decisiva per scagionare Iannone. Al termine dell’escussione dei due testi da parte del pm che conduce le indagini, il sostituto procuratore Vincenzo Toscano e della difesa di Iannone, rappresentata dal penalista Marino Capone, sono emerse delle contraddizioni sulle dichiarazioni rese in sede di denuncia e di riconoscimento fotografico da parte dell’imprenditore, che non hanno lasciato al Gip del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone altra opzione, una volta formalizzata dall’avvocato Capone l’istanza di revoca della misura, che disponeva ad horas la scarcerazione del cinquantacinquenne (arrestato tre mesi fa dai Carabinieri di Solofra su ordinanza del Gip del Tribunale di Avellino, confermata anche dal Riesame). Con il parere favorevole dello stesso pm in aula. Nello stesso pomeriggio di ieri Iannone ha lasciato il carcere di Bellizzi Irpino, dove era detenuto dallo scorso mese di novembre.
LA VICENDA
L’indagine prende spunto dalla denuncia dell’imprenditore impegnato nei lavori su un cantiere del Superbonus a Montoro, presentata il 2 novembre ai Carabinieri della Compagnia di Solofra. In pochi giorni c’erano stati due arresti. Il primo del 55enne che si era presentato sul cantiere edile di Montoro, pretendendo che il titolare dell’azienda gli consegnasse 50 mila euro e nonostante le minacce, i collaboratori dell’imprenditore hanno allertato i carabinieri che giunti sul posto hanno arrestato l’uomo. Il secondo quello di Gerardo Iannone, che secondo le dichiarazioni del titolare dell’ impresa e del suo dipendente, si sarebbe presentato in due distinte occasioni, il 21 ottobre e il successivo 31 ottobre per imporre la richiesta di pizzo. Prima 50 mila euro e poi 15mila euro. Identificazione che e’ vacillata in aula. Da qui la scarcerazione.