di Anfan – Il capitano del nucleo investigativo dei carabinieri, Quintino Russo, è stato ascoltato in aula nel processo all’ex consigliere comunale (Lega) di Avellino, Damiano Genovese (difeso dagli avvocati Gerardo Santamaria e Claudio Mauriello), a processo per le ipotesi di reato di detenzione abusiva di una pistola e la ricettazione, con l’aggravante mafiosa.
Russo ha ricostruito l’indagine e confermato, in larga parte, quanto contenuto nelle carte dell’inchiesta affidata all’antimafia di Napoli. L’investigatore ha parlato anche dei contatti fra Genovese e alcune persone finite nell’indagine sul Nuovo Clan Partenio, affidata sempre ai carabinieri del comando provinciale di Avellino. All’ex consigliere, questo è bene chiarirlo, non è contestata una partecipazione in quella che è considerata una associazione di stampo camorristico.
L’imputato risponde delle sole contestazioni relative alla pistola. L’ufficiale ha parlato anche dell’attività di intercettazione effettuata grazie a un trojan inserito nel telefono di Genovese. I carabinieri, guidati dall’imputato, durante una perquisizione domiciliare, avevano trovato la pistola in camera da letto. L’imputato aveva poi spiegato ai Pm che l’arma gli serviva per difendersi dai furti.
Il prossimo 17 novembre si torna in aula. Saranno ascoltati proprio Genovese e un altro investigatore.