Picariello presenta Palatucci con Andreotti e Manganelli

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Roma – Nell’ambito degli incontri “Presentiamo un libro” a cura della Pontificia Università Lateranense domani alle 16.30 sarà la volta di “Capuozzo, accontenta questo ragazzo”, biografia dell’ultimo questore di Fiume Giovanni Palatucci, del giornalista avellinese Angelo Picariello. Dopo l’introduzione di monsignor Rino Fisichella, rettore dell’Ateneo, interverranno il senatore a vita Giulio Andreotti e il capo della Polizia, Antonio Manganelli. Moderatore dell’incontro sarà lo scrittore Elio Guerriero, vicedirettore della San Paolo, editrice del volume.
Palatucci, originario di Montella, in provincia di Avellino, morì a Dachau a soli 36 anni, deportato al termine di una lunga attività di salvataggio di ebrei, ma non solo: salvò anche rom e perseguitati politici. Ne salvò migliaia, come responsabile dell’ufficio stranieri di Fiume dal novembre del 1937, la gran parte dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale in fuga dalla ex Jugoslavia e in particolare dal regime croato degli ustascia filo-nazisti di Ante Pavelic. Nell’ultima fase, dopo l’armistizio, quando i tedeschi instaurarono in Istria e Venezia Giulia il Litorale adriatico, Palatucci assunse la reggenza della questura e collaborò segretamente al progetto di ricostituire Fiume come città autonoma. Un piano scritto in inglese rinvenuto dai tedeschi e destinato al comando Alleato fu la ragione ufficiale del suo arresto. L’ultimo a salutarlo alla stazione di Trieste, mentre era già nel vagone piombato in partenza per la Germania, il brigadiere Pietro Capuozzo, padre di Toni, vicedirettore del Tg5 e autore della prefazione al libro. Palatucci, in quel momento drammatico, gli raccomandò di avvertire la madre di un ragazzo che veniva deportato, a un indirizzo di Trieste scritto su un bigliettino: “Capuozzo, accontenta questo ragazzo”, gli disse, di qui il titolo del libro. Nel quale è ricostruita passo passo, con nuove, inedite testimonianze, la lunga attività di salvataggio, fino all’ultimo periodo che vide Fiume in balìa degli opposti totalitarismi: Palatucci morì, catturato dai nazisti, probabilmente avendo invano confidato fino all’ultimo in uno sbarco degli Alleati in Istria; i suoi uomini, invece, nel maggio 1945, arrestati dai partigiani di Tito, finiranno nelle Foibe.

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