Renato Spiniello – Un nuovo piano parcheggi lacrime e sangue quello pubblicato questa mattina, all’interno dell’Albo Pretorio del Comune di Avellino. Due, ampissime, fasce orarie che eliminano la sosta gratuita nelle ore di pranzo e che impongono orari soggetti a tariffazione dalle 9 alle 20 nei mesi da ottobre ad aprile e – addirittura – dalle 9 alle 22 da maggio a settembre.
In più i parcometri di via De Renzi (adiacenza Piazza Kennedy e adiacenza civico 28), Corso Umberto, viale Italia, (adiacenza Scuola Media Solimena e adiacenza via Marconi) via Roma, via Pionati, via Circumvallazione, via Tagliamento, via Testa e via Guarini, saranno aggiornati portando la tariffa a 1,30 euro all’ora, mentre per via Sant’Antonio Abate, viale Italia (angolo via Otranto), via Derna, via Colombo (adiacenza ex Ospedale e adiacenza civico 39), via Marconi (adiacenza ex Pronto Soccorso), via Roma (civici 22, 28, 34, angolo via Rubilli ed angolo via Tripoli), via Fratelli Del Gaudio, via Tripoli, via Volpe, via Michele Capozzi, piazza San Francesco d’Assisi, Campo Coni, via Enrico Capozzi, via Piave (civici 48, 102, 196), via Bellabona, via Cannaviello e via Croce, resta confermata la tariffa di 0,75 euro all’ora.
Parcheggio sempre gratuito per i 234 stalli del cimitero, mentre per le restanti aree chiuse la tariffa giornaliera sarà quella in tabella. Previsti infine abbonamenti mensili per i soli dipendenti pubblici.
Modifiche che, a poche ore dalla loro pubblicazione, hanno già scatenato le ire degli avellinesi sui social, anche se esse – viene spiegato nella delibera – non compromettono anzi favoriscono le finalità strategiche della sosta a pagamento, che sono: ridurre il traffico privato nella zona centrale della città per migliorare l’ambiente e rendere più fluida la circolazione dei mezzi pubblici, favorire la prevenzione della generalizzata violazione delle norme del Codice della Strada, rafforzare l’attività di controllo con la collaborazione degli Ausiliari del Traffico, garantire la sosta dei residenti, attraverso una riserva di stalli, incentivare la sosta di pendolari e residenti all’interno delle aree cosiddette chiuse, con l’istituzione della tariffa agevolata.
Ma le notizie dolenti per gli avellinesi arrivano anche dal nuovo Piano Finanziario redatto dalla triade commissariale di Palazzo di Città: le aliquote di Imu e Tasi – si legge – saranno incrementate, a decorrere dal 1 gennaio 2019, fino ai limiti massimi stabiliti per legge. Stesso discorso per la Tosap, la tassa d’occupazione del suolo pubblico, mentre è in lieve calo la Tari.
Insomma tra le leve che il Commissario Straordinario Priolo e i due Sub stanno muovendo per incamerare entrate ci sono anche i rincari. Di più se ne saprà quando verrà deliberato il piano di pre-dissesto annunciato ieri in conferenza stampa. “Non attenderemo il decorso dei 90 giorni previsti dalla legge” aveva spiegato Priolo alla stampa. Dunque ancora qualche giorno ed emergeranno i numeri reali del disavanzo (che dovrebbero comunque aggirarsi intorno ai 20 milioni di euro), così come si potrà calcolare la durata esatta del programma di riequilibrio (in ogni caso inferiore ai 10 anni).
Altre entrate dovrebbero arrivare, secondo il previsionale, dalla dismissione di alcuni beni come gli alloggi comunali di via Acciani e dall’esternalizzazione, mediante concessione, dell’asilo nido comunale di via Morelli e Silvati, pur non trascurando il necessario supporto ai meno abbienti. Smentine, invece, qualsiasi voce che vedeva in vendita Stadio “Partenio-Lombardi” e PalaDelMauro.
Il vero problema, tuttavia, come evinto durante la lunga conferenza stampa di ieri, resta la mancata riscossione delle tasse, Imu e Tari su tutte. Proprio per questo, nel Piano del fabbisogno del personale, sono annunciati rinforzi. A Piazza del Popolo, infatti, non figurano né dipendenti né dirigenti in soprannumero e né personale né dirigenti in eccedenza, inoltre nel 2018, così come negli anni precedenti, la spesa del personale è sempre stata inferiore ai 12 milioni di euro, a fronte di una spesa corrente di poco superiore ai 58 milioni.