Pestaggio in carcere che sarebbe avvenuto con l’aiuto di agenti penitenziari a Bellizzi, la Procura di Avellino ha chiuso le indagini sui tre agenti che erano stati già raggiunti da una misura cautelare, Giuseppe I, Ugo M e Liberato P, difesi dagli avvocati Gaetano Aufiero, Claudio Mauriello e Gennaro Santorelli, accusati dei reati di “lesioni personali aggravate”, nonché “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”. L’ avviso di conclusione delle indagini preliminari firmato dai pm Vincenzo D’Onofrio e Vincenzo Toscano. Gli indagati avranno ora venti giorni per chiedere di essere ascoltati dai magistrati.
LA VICENDA
Una vera e propria spedizione punitiva in carcere, nel Reparto dell’Alta Sicurezza, dove quattro detenuti (due esponenti della criminalità organizzata del Vallo e del Baianese e due napoletani) una volta introdottisi nella cella di un detenuto originario di Foggia, grazie all’aiuto di tre agenti della Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Bellizzi Irpino, lo avevano colpito ai fianchi e alla testa usando anche un pezzo di specchio. Tutto con la “sorveglianza” degli stessi agenti, che avrebbero consentito ai quattro detenuti di accedere alla cella numero 1 della Sezione ed eseguire la spedizione punitiva. Il fatto avvenuto il 9 marzo 2022, nella tarda mattinata. A dare ancora piu’ gravita’ alla vicenda, anche la circostanza che nonostante le urla e le richieste di aiuto del detenuto, dopo che uno degli agenti aveva chiuso il blindato a seguito del pestaggio, le lesioni al detenuto erano state scoperte solo il giorno successivo. Dalla visita medica emergono lesioni per quindici giorni. Dalla segnalazione del comandante del Reparto scatta l’inchiesta della Procura di Avellino, quella coordinata dai pm Vincenzo D’Onofrio e Vincenzo Toscano e condotta dai militari del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e dalla stessa Polizia Penitenziaria, approdato alla misura cautelare per falso ideologico e alla contestazione del concorso in lesioni aggravato dall’abuso dei poteri e violazione dei doveri inerenti alla funzione di servizio pubblico.