Pesci e crostacei nella dieta per la memoria e contro l’Alzheimer

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Con l’arrivo della stagione estiva aumenta anche il consumo di prodotti ittici, i quali occupano una posizione di grande rilievo nell’alimentazione umana visto il loro elevato valore nutrizionale. In Italia, in particolare, sono parte integrante della tipica Dieta Mediterranea e possono vantare eccellenti ricette frutto di una delle più prestigiose tradizioni culinarie del mondo, quella campana.

Le ricerche scientifiche non hanno fatto che dimostrarlo nel corso del tempo. Mangiare almeno una volta alla settimana un pasto a base di pesce o altri alimenti che contengano acidi grassi omega-3 può proteggere dalla perdita di memoria correlata all’età. E inoltre aiuta a prevenire l’Alzheimer in maniera particolare in quei soggetti già predisposti di natura verso questa patologia.

L’ultima ed ennesima ricerca in ordine temporale arriva dalla Rush University Medical Center e dell’Università di Wageningen in Olanda con i risultati pubblicati sulla rivista “Neurology” che evidenziano come le persone che consumavano più pesce mostravano una riduzione dei tassi di declino della memoria semantica, ovvero la memoria legata alle informazioni verbali. Queste persone, inoltre, mostravano anche tassi inferiori di declino in una prova di velocità percettiva. Mentre sul declino di altri tipi di memoria non sono state trovate differenze significative tra chi mangiava più spesso pesce e crostacei e chi meno.

Ma perché il pesce è un alimento così importante da questo punto di vista? I prodotti ittici in generale rappresentano una fonte nutritiva diretta dell’acido grasso omega-3 che è il principale componente strutturale del cervello. In questo modo se ne prevengono segni di demenza e miglioramenti delle capacità cognitive. Un consumo regolare di pesce consente, inoltre, il progressivo rallentamento dell’Alzheimer, soprattutto nelle persone anziane in quanto portatrici del gene ApoE-4.

E buone notizie arrivano anche dal punto di vista dell’accumulo di mercurio nel cervello dovuto al consumo di pesce soprattutto di grandi taglie, perché i suoi effetti sarebbero comunque superati, in maniera netta, dai benefici.

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