Peluso ferito con una calibro 22: un’azione simbolica per il raid ad Atripalda

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AVELLINO- Chi ha sparato contro Ezio Peluso, il quarantunenne con precedenti colpito ad una gamba mentre saliva nella sua vettura ad Atripalda, non lo ha fatto per uccidere. A quanto pare per la “gambizzazione” dell’uomo e’ stata usata una pistola di piccolo calibro, verosimilmente una calibro 22, che non poteva fare grossi danni. Infatti il quarantunenne è stato già dimesso dal Moscati di Avellino, dove ha trascorso la notte in osservazione. Gli agenti della Squadra Mobile agli ordini del vicequestore Ennio Ingenito hanno già ascoltato il quarantunenne, che e’ stato anche sottoposto alla prova dello stub (per accertare l’eventualità di un conflitto a fuoco alla base del ferimento). Gli agenti di Via Palatucci hanno anche sottoposto a sequestro la vettura utilizzata per giungere al Pronto Soccorso da parte del quarantunenne. Quello di ieri sera appare un raid simbolico, una punizione, un avvertimento. Anche perché se ci fosse stato un intento più grave, uccidere Peluso, sarebbero state usate armi di maggiore potenzialità anche offensiva. Intanto sarà la perizia balistica a determinare un primo riscontro sulla vicenda di cronaca. Le ipotesi al vaglio degli inquirenti sono tutte aperte, anche se nella rosa delle stesse non manca anche la verifica di ogni possibile collegamento con il ferimento, avvenuto tra l’altro appena 48 ore prima e a pochi passi dal circolo che Peluso gestisce, del diciannovenne Luigi Valente, che pure era stato ferito mentre passeggiava per raggiungere casa della sua fidanzata.