PdL – Giunta Caldoro e ripercussioni in Irpinia, la nota di Prezioso

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Atripalda – “Dopo la vittoria di Caldoro alle elezioni regionali, a distanza di un mese mezzo, finalmente è stata presentata la giunta che per i prossimi 5 anni avrà l’onore e l’onere di gestire la seconda regione più popolosa d’Italia”. Comincia così la nota di Antonio Prezioso, coordinatore del Popolo della Libertà di Atripalda, che interviene sugli ultimi accadimenti in relazione alla composizione dell’Esecutivo Caldoro e le ripercussioni a Palazzo Caracciolo, sede dell’Ente provincia di Avellino.

“Fin dalle prime battute – spiega Prezioso – sembra chiaro che il percorso non sarà dei più agevoli, un profondo disavanzo nei conti della Sanità ed una crisi economica europea, che in questa fase coinvolge sempre di più l’economia reale e i bilanci degli stati sovrani. Ma le difficoltà per Caldoro non finiscono qua, le scelte fatte per la guida dei vari assessorati, che in quelli più importanti vede a capo espressioni della cosiddetta società civile, dei tecnici provenienti per lo più dal mondo accademico e per tanto non legittimati dal voto popolare e di conseguenza poco rappresentavi, hanno scontentato i vari partiti che compongono la maggioranza consiliare”.

“Ad essere maggiormente delusi sono in particolare i coordinamenti provinciali del PdL di Benevento ed Avellino, che non hanno nessun rappresentante in giunta, e in tal modo vedono mortificate le esigenze di visibilità ed azione politica, ma anche la possibilità di dare voce alle esigenze delle cosiddette “zone interne” che da sempre sono penalizzate dalle gestioni napolicentriche degli ultimi presidenti che hanno guidato la Regione Campania. Ad Avellino la delusione è ancora maggiore, visto che la mancata nomina ad assessore della neoconsigliera Antonia Ruggiero ha impedito l’ingresso in Consiglio regionale di un secondo rappresentante del PdL irpino, con la possibilità di svolgere un’azione politica ed amministrativa ben più incisiva ed efficace. Ora per quanto mi riguarda l’amarezza è ben maggiore se si considera che l’unico rappresentante irpino in giunta è il nipote di Ciriaco De Mita, Giuseppe, evidentemente buono per ‘tutte le stagioni’, sicuramente allergico ad ogni forma di confronto con il corpo elettorale.
Una situazione peggiore non si poteva creare, in quanto determina un’influenza ed un peso sempre maggiore dei De Mita nello scenario politico provinciale e regionale, cosa che indebolirà ulteriormente il PdL irpino. Ma il quadro più desolante è che di fronte a questo stato di cose il ‘nostro partito’ ha mostrato il peggio di se ed ha dimostrato di non avere una strategia che vada oltre i disegni di piccolo interesse personale. Infatti i maggiori esponenti locali hanno inondato i quotidiani ed i notiziari locali, con dichiarazioni frettolose ed improvvisate, dando vita ad un bailamme di accuse reciproche. Insomma un tutti contro tutti. Tale reazione scomposta ha mostrato tutti i limiti di un ‘partito’ che tale non è, che proprio in questi momenti dovrebbe mostrarsi compatto e coeso per far si che le proprie rimostranze giungessero al presidente Caldoro e al coordinatore regionale del PdL con la giusta forza ed autorevolezza che dovrebbe contraddistinguere un’organizzazione come il PdL. Il PdL – conclude – è lontano dall’essere un partito, se non si comprende tutti il rispetto dei ruoli e delle gerarchie che servono per la corretta vita di ogni organizzazione partitica o simil partitica, il PdL avrà vita breve o comunque non sopravvivrà a Silvio Berlusconi”.

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