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Pd, Santaniello: “Tristezza per un’assemblea ridotta così. Non mi riconosco in questa lotta tra bande”

Santaniello, la sfiducia al segretario alla fine non è arrivata. Quel che resta è un partito spaccato esattamente in due e con lacerazioni interne più che evidenti. Come se ne esce?

“E’ complesso dire adesso come se ne esce. Raccontare quello che è stato è più semplice. Una cosa evidente è che il partito è in un momento di difficoltà storica. Da una parte è ovvio che c’è stata una spaccatura esattamente mediana e in questa condizione perde solo il Pd, dall’ altra mi lasci dire che non comprendo una sola ragione in tutto questo che non si leghi a ragioni che non conosco.

Sono certa di una cosa: abbiamo perso e perderemo ancora tempo utile a fare altro, a costruire un’immagine di questo partito diversa. Lunedì ero dietro quella scrivania ma avevo gli occhi pieni di tristezza a vedere come si riduceva l’ assemblea, tra abbracci e sorrisi che non comprendevo, tra abbandoni e urla. Ho visto sindaci che dovrebbero avere grandi responsabilità farsi foto come bambini in festa, e non so cosa festeggiavano. Ho visto delegati urlare e chiedere ragioni.

Qualcuno mi ha detto che non si riconosce più in questo partito. Questo non è il partito che ci chiedono i nostri elettori se ancora ci saranno, ormai tutto si è ridotto ad addetti ai lavori, o a parenti, o a famiglie. Non so dove andremo, quel che è certo è che nessuno si può sentire tranquillo. La realtà è ben altra cosa.”

Pensa che il commissariamento sia la modalità più stringente per uscire da questa impasse?

“Non so quale sia la giusta strada. Da ieri leggo dichiarazioni di chi dice che ha vinto, di chi continua ad attaccare l’assemblea dicendo che è stata convocata solo grazie alle firme. L’ assemblea è stata convocata tante volte nello spirito di discussione e continuano a piovere bugie. Mi augurerei un ritorno alla discussione, alla condivisione, alla gestione comune.

C è ancora tempo anche se credo che ne abbiamo perso tanto e che i cittadini non ci riconoscono più. A dirle la verità neanche io mi riconosco in una lotta tra bande familiari, o lotte tra correnti. Renzi ci dice che non ci sono le correnti mentre qui si esaspera tutto. Aspetteremo certamente le indicazioni da Napoli ma prima di tutto va riaperto il partito ai territori e ai circoli, a coloro che certamente stanno soffrendo di più tutto questo.

Credo tuttavia che una possibilità di manovra e di accompagnamento ad una nuova fase ci sia ancora. Una soluzione auspicabile potrebbe essere quella profilata da Todisco, un percorso ‘straordinario’ e condiviso, che accompagni questa fase facendo sì che si possa poi arrivare ad un tesseramento pulito e controllato e ad un nuovo congresso”.

Si aspettava che la mozione di sfiducia fosse bocciata e che il fronte anti-De Blasio non riuscisse a raggiungere i 51 voti come ampiamente profetizzato in queste settimane?

“Che la situazione fosse in bilico era chiaro a tutti. Nessuno poteva però prevedere come sarebbe andata, almeno non io né il nostro gruppo che comunque ha sempre criticato questa azione. Non è questo il quadro di partito che ci chiedono dai vertici dove invece c’è un coro unanime di necessità di nuovi uomini e donne. Vanno bene le differenze ma non il quadro che abbiamo visto ieri.

Renzi dice che già ora siamo al 40% ma sui territori e in provincia avremo grosse difficoltà, ne sono certa. Non sarà un nuovo segretario a cambiare tutto se gli uomini, i mezzi e i mezzucoli restano gli stessi. Servono teste libere da compromessi e da accordi di qualsivoglia natura. Noi andremo avanti nelle prossime ore cercando di creare un contraltare di proposte e di discussioni.”

Lei, durante l’assemblea, è stata aspramente criticata quando ha deciso di allontanare la stampa durante la votazione. Intende chiarire questo punto?

“Assolutamente. Chiedo scusa agli amici giornalisti con cui c’è stato sempre un rapporto franco, leale e di grande collaborazione. Ricordo loro che dopo la campagna per le Regionali, così come nella scorsa assemblea, li ho ringraziati ed ancora li ringrazio per la grande pazienza dimostrata. Nella confusione di lunedì e pensando che l’ assemblea potesse diventare una caciara, volevo tutelare il partito dalle immagini di urla e di lotte intestine come accadde nella famosa assemblea delle liste.

Su richiesta ed in accordo con il presidente della Commissione regionale, non avendo ancora deciso la modalità di voto, ho chiesto che uscissero le telecamere dopo la discussione. Chiaramente se ci fosse stato voto palese non potevano essere fatte immagini di alcun genere. Quindi credo che non si sia capito lo spirito della mia richiesta. Credo che la stampa e i giornalisti facciano un ottimo lavoro.

Ho pensato fosse giusto così come avviene per le direzioni provinciali del Pd nelle quali il segretario opta per le porte chiuse. Considerando quanto accaduto in passato, ci sono fasi delicate in cui è meglio non mostrare immagini che possono far venire il mal di stomaco a tutti ed anche a me.”

Recentemente è stata alla Leopolda ed è intervenuta sul palco. Nel suo discorso nessun accenno alla situazione del Pd provinciale…

“Sono intervenuta alla Leopolda ed ho ricordato la tragicità di eventi come quello di Benevento: il
clima era completamente diverso. Lì c’era L’ Italia, si parlava di Italia, di nord e di sud. Se avessi raccontato a qualcuno cosa succede qui mi avrebbero presa per pazza. Ho fatto un passaggio sul palco auspicando che le azioni di governo fossero l’ odg della politica e dei gruppi dirigenti sui territori. Invece di litigare per qualunque cosa, le belle realtà italiane, le belle azioni di governo nazionale e regionale dovrebbero trovare un megafono attraverso le Istituzioni. Non succede ed ecco che i grillini avanzano incondizionati.

Sarà tardi quando non sapremo più dove girarci. Ho potuto constatare che la nostra situazione è un unicum che va assolutamente superato. Mi auguro che presto qualcuno dal Pd nazionale ci guardi ed intervenga per poter cambiare tutto questo.”

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