Pd, Mancino: “Serve punto di convergenza”. Sulla città: “A 86 anni posso dare solo suggerimenti”

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“Politici ce ne sono pochi, abbiamo bisogno di rinnovare le Istituzioni e la Politica”. L’ex ministro dell’Interno, Nicola Mancino, dedica le ultime battute della conferenza stampa, indetta oggi ad Avellino, al tema della politica e, in particolare alla corsa alle amministrative in città e al futuro del Pd provinciale.

Mancino è convinto che senza una convergenza sarà difficile per il Partito Democratico andare avanti: “Mi sono tenuto fuori – ha spiegato – perché ritenevo che fossero gli altri a dover impugnare il vessillo di un partito che era di rinnovamento nato bene e vissuto male”.

Focalizzando l’attenzione sulle prossime amministrative nel capoluogo Mancino ha declinato una eventuale ipotesi di candidatura o di partecipazione diretta: “Ringrazio la fortuna, il Padre Eterno ed anche la natura. A ottantasei anni posso dare suggerimenti, Avellino ha bisogno di una classe dirigente nuova che si innamori del ruolo. Ci sono troppi improvvisatori. Dai consiglieri comunali, ai regionali, ai parlamentari sono troppi quelli che ritengono di essere leader. Mi chiedo, che fine hanno fatto i circoli? La classe dirigente deve avere il coraggio di ascoltare, di dialogare. A mancare non è il politico in sé ma la politica e il politico preparato”.

L’ex ministro ha concluso volgendo lo sguardo alla politica nazionale sottolineando che “il Mezzogiorno ha il diritto di chiedere che lo Stato sia unitario e che guardi al Sud proprio come guarda al Nord, un unico percorso per permettere di ricostruire un nuovo e decisivo percorso verso la crescita”.