Pd, Di Guglielmo sul commissariamento: “Forzatura che non mi auguro”

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La comunicazione ufficiale non è ancora arrivata da Roma e, al momento, si va avanti sulla scorta delle indiscrezioni. Di fatto il Pd irpino ancora non è stato commissariato quindi porterà avanti i suoi appuntamenti, come conferma anche Giuseppe Di Guglielmo, presidente della commissione provinciale sul congresso.

«Abbiamo una riunione convocata per lunedì e si svolgerà regolarmente – dice – Siamo giunti al 90% delle procedure affinchè il congresso si possa celebrare». In pratica il commissariamento arriverebbe quando ormai è tutto pronto per lo svolgimento del congresso. Ma il problema vero sta alla base di questo provvedimento ovvero le sue motivazioni.«Dal punto di vista tecnico non vedo il motivo per cui si debba commissariare la federazione di Avellino. Si ipotizza che il tutto potrebbe essere legato al deposito delle candidature che sarebbe dovuto avvenire il 29 luglio e noi lo abbiamo spostato al 29 agosto, ma mi sembra troppo labile come motivazione per commissariare una federazione – continua Di Guglielmo – Questo slittamento lo avevamo voluto per dare più tempo a tutti, soprattutto alle minoranze, di preparare le proprie liste e partecipare al congresso. Tra l’altro il provvedimento arriverebbe dalla segreteria nazionale, mi sembra tutto molto forte come situazione rispetto a un deposito candidature slittato solo di un mese».

Insomma se commissariamento sarà, c’è il rischio di leggerlo come una forzatura: «Da un punto di vista tecnico e procedurale non vedo le basi e la solidità di questo provvedimento. Mi sembra labile e risicata l’argomentazione sul deposito candidature. Anche perché ci sono altre vie. Ad esempio avrei potuto capire se la discussione fosse stata incentrata sulla necessità di riportare il congresso nell’ordinarietà e quindi non più straordinario. In uno o nell’altro modo il congresso si può celebrare».

Il commissariamento, inoltre, avrà ripercussioni su tutta la provincia: «Ci sono le sollecitazioni di molti circoli a svolgere i propri congressi. Quindi, oltre a fermare quello provinciale, si bloccano anche quelli locali. Invece di semplificare le cose, si vanno a complicare». Bisognerà attendere ancora per capire se effettivamente arriverà il provvedimento: «La domanda che mi pongo è perché non sia ancora arrivato. Perché Roma attende per comunicarlo se già ha preso una decisione? Non vorrei che sia stata solo lanciata una bomba». Così come strani sono anche i tempi di un provvedimento che sarebbe stato preso in questi ultimi giorni, nonostante il clima da vacanza tipico di agosto. «Lo scorso 13 luglio abbiamo deliberato le date del congresso e quindi la scadenza del 29 agosto perle candidature. Dopo ben 20 giorni la commissione avrebbe deciso di opporsi, quando invece i ricorsi vengono valutati nel corso delle 48 ore».

Al di là delle valutazioni personali, un commissariamento dovrà per forze di cose essere accettato, andando a stravolgere tutti i piani e l’iter stabilito. «Da un punto di vista politico, però, il partito ne uscirebbe con le ossa rotte. Per questo auspico che non arrivi, tra l’altro Roma non ha inviato un commissario nemmeno di fronte alla caduta del segretario provinciale e una vacatio così lunga. Farlo ora mi sembrerebbe una forzatura».