P.D., De Mita: “Rischiamo di finire in un fortino senza munizioni”

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Avellino – La Margherita irpina continua a ragionare sul futuro Partito Democratico. Un confronto allargato a tutte le rappresentanze del partito nell’ottica di una riflessione condivisa per impedire “decisioni calate dall’alto”. Una discussione che necessita di nuove limature, dove “ognuno continua a suonare la propria musica e dove è ancora forte l’approssimazione”. Nonostante il giudizio fortemente positivo sul peso dell’iniziativa, il leader del fiorellino Ciriaco De Mita pone non pochi interrogativi e qualche preoccupazione. Non solo per il futuro, “…ma soprattutto sulla guida che dovrebbe accompagnarci in questo passaggio”. E se la creazione di una coalizione di centrosinistra è stata per certi aspetti più semplice, “in quanto motivata dall’esistenza di un ‘nemico comune’, oggi non c’è nessun rivale. E perciò non c’è confine. Il rischio – continua De Mita – è quello di finire in un fortino senza munizioni e senza speranza. Se in questo processo di aggregazione politica la cultura di tradizione cattolica non trova spazio, allora si corre il rischio di farla approdare su altri lidi. Discutere di convivenza senza misurarsi con questioni di un certo spessore mi lascia perplesso. Troppo spesso nel dibattito politico-culturale il pensiero è assente. Diventa comodo muoversi con una certa approssimazione anziché attraverso una acuta riflessione”. La perplessità di De Mita sta nel fatto di dover ricercare spiegazioni condivise sulla base di organigrammi già stabiliti. “E’ giusto individuare le ragioni che spingono a mantenere in vita questo nuovo partito altrimenti tutto ciò che ne deriva è controverso”. A precedere il suo intervento, le riflessioni dei consiglieri regionali Anzalone e Sena, dell’assessore De Luca, del capogruppo provinciale Giuseppe De Mita, del Segretario cittadino Enza Ambrosone, dell’ex Presidente di Palazzo Caracciolo, Francesco Maselli, del Presidente della Comunità Montana ‘Vallo Lauro Baianese’ Franco Vittoria e degli altri rappresentanti del partito. È l’esponente della Giunta Bassolino che con fermezza e determinazione invita il fiorellino irpino ad un maggiore coinvolgimento della società civile e della base del partito all’interno del nuovo dibattito politico. Insomma, non una discussione stretta al “solito gruppo oligarchico” ma che sia in grado di avvicinare il cittadino da protagonista e non da spettatore. “Alla luce della grande storia di questo partito tutti dovremmo dire una parola in più. Bisogna evitare le decisioni calate dall’alto e assorbire le incomprensioni. Non si può assistere all’accelerazione dei vertici nazionali relativamente al partito unico mentre in Irpinia si resta fermi al palo a causa delle solite prese di posizione”. Un invito all’unità e ad una nuova tensione morale arriva dal consigliere Anzalone che, se da una parte ribatte sulla crisi che investe sempre di più la società come sistema dei valori, dall’altra si sofferma sulla legge dei numeri che non consente a Ds e Margherita di entrare in assoluta sinergia senza cardini comuni. Il suo intervento si conclude con una esortazione: “L’unico punto di riferimento contro una provincia satura di pigmei deve essere l’idealità”. Infine l’appello per un partito unito, scevro di spaccature. Il riferimento è all’ex presidente della Provincia “…persona di grande spessore e dignità politica, parte importante della storia di questo partito”. E proprio nella storia trova fondamento la veste di “un nuovismo esasperato” in passato attribuita a Francesco Maselli. “Un volto in cui non mi rispecchio – precisa l’ex Presidente della Provincia -. Credo di aver sempre contrastato la furia iconoclastica che voleva scardinare le fondamenta del partito. È giusto invece rafforzare il profilo identitario di un gruppo politico. È questa la logica che bisogna seguire all’interno del nuovo scenario del partito democratico: raccogliere le sollecitazioni che emergono dal territorio e guidarle lungo il solco della democrazia e della storia”. Insomma un percorso, quello del partito unico, tutto da intraprendere, ma soprattutto una riflessione che eludendo facili sofismi si concentri sulle questioni importanti. A cominciare dal ‘luogo-partito’ contro i ‘partiti-principe’ che non nascono per rappresentare le istanze del territorio ma per rinsaldare i soliti leader. (di Marianna Morante)

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