Pd, De Luca: “Abbiamo sciupato un patrimonio, subito congresso provinciale nel rispetto del territorio”

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Antonella Marano – “Da questa sconfitta elettorale nasca la necessità di dare un’opportunità al Pd. In questo percorso abbiamo una sola prospettiva: recuperare tutte le energie che hanno creduto nel partito democratico, insieme a tutti i partiti dell’area moderata, fino alla sinistra. Serve una vera alleanza di coalizione per arrivare ad un sistema maggioritario. Dobbiamo rilanciare la democrazia compiuta di Aldo Moro”.

Enzo De Luca ha incontrato questa mattina la stampa irpina presso la Federazione Provinciale per aprire un’intensa analisi e riflessione su quanto accaduto all’interno del partito. Un sentimento di amarezza ha attraversato le sue parole. Sì, perché di colpo sono sparite le tante certezze realizzate negli anni precedenti con una rappresentanza irpina compatta. De Luca ricorda le politiche del 2008, momento in cui incassarono un 34% di consensi, ma ancor di più il 2013 dove, si raggiunse un altro importante risultato. Oggi come unico rappresentante del Pd resta il capolista Umberto Basso De Caro.

“Questo percorso si può riprendere partendo con la celebrazione di un congresso provinciale, già in questo mese, nel pieno rispetto delle regole statutarie. Abbiamo una grande responsabilità: il rispetto del territorio, degli iscritti, del Mezzogiorno e il recupero della legalità. Si è deciso, inoltre, di non fare le primarie – ha aggiunto De Luca –  come se questo fosse un partito privato ma non possono essere utilizzate una volta sì e l’altra no”.

“Da due anni in Irpinia – prosegue De Luca con il suo sfogo – il partito è privo di un gruppo dirigente legittimato dal voto congressuale. Mai sfiduciato, il segretario eletto Carmine De Blasio ritenne di dimettersi solo per senso di responsabilità. Si è evitato di fare esprimere iscritti e classe dirigente, chiudendo ogni spazio al dialogo e creando un contesto nel quale le regole più elementari di rappresentanza e democrazia sono state calpestate, giungendo ad una situazione che nella provincia di Avellino non si era mai conosciuta. Nel 2016, dopo l’addio di De Blasio, prendemmo alcuni impegni con i vertici nazionali che, però, non sono stati rispettati dal Nazareno. Per questi motivi – prosegue – nella mia missiva indirizzata a Renzi e datata 13 febbraio – avevo espresso tutta la mia preoccupazione al segretario legata non solo alla situazione irpina o la mancanza di determinate candidature ma, allo tsunami che di lì a poco avrebbe potuto travolgere l’intero partito. E così è stato. La sconfitta è prova tangibile che i cittadini hanno avuto sentore di queste difficoltà. Bisogna rispettare la loro scelta e, dobbiamo prendere atto che il Movimento 5 Stelle è una realtà. Dopo la caduta dei partiti dobbiamo registrare che il nostro Paese non ha una maturità democratica”.

Il problema per l’ex senatore è il “ruolo che ha svolto il Pd sul piano nazionale. O diciamo la verità o i cittadini sono più avanti di noi: il Pd nasce da un’idea che mette insieme storie centrali, quella cattolica, la sinistra e l’ambientalismo. Ma servono delle regole: un partito che non rispetta il territorio, gli iscritti e il suo Dna non può essere definito democratico. Dobbiamo recuperare tutti questi valori e superare l’individualismo sfrenato che ha caratterizzato, in primis, il partito a livello nazionale. In politica non conta la gestione ma il rispetto delle regole, la trasparenza e la legalità. Serve una proposta politica concreta e, anche all’opposizione, possiamo darla partendo dalle riforme. La prima è proprio la riforma elettorale, dopo una legge assurda che abbiamo fatto noi. Serve il maggioritario, solo così salviamo questo Paese.

Per quanto riguarda, invece, le elezioni amministrative De Luca chiarisce: “Abbiamo bisogno di un organismo capace di intraprendere un percorso, in sinergia con i partiti alleati proprio in vista della prossima tornata elettorale”.