– di Luca Guarracino – Alla ricerca della normalità e della leadership. Quello che si apre come congresso provinciale del Partito Democratico è atteso dall’opinione pubblica come verifica delle lacerazioni commesse e.. connesse per far ritrovare il bandolo della matassa che allo stato appare pura utopia. A pochissime ore dall’evento, una striminzita maggioranza dello 0.50,25% con 54 delegati su 100 a favore dei franceschiniani non consente sogni tranquilli per risolvere la “disgregazione” ormai in atto nel partito di Bersani e Amendola. Solo un “matto” può inneggiare alla vittoria se accomodandosi sulla sedia di segretario provinciale si convertirà al progetto politico senza aver compiuto i necessari passi della mediazione e della sintesi che sono il sale della politica in generale. Siamo di fronte ad un momento delicato della vita politica irpina e delle sue prospettive future in vista delle alleanze politiche per le regionali e per la scelta di una nuova classe dirigente. Il discorso vale per tutti i partiti, nessuno escluso. Il panorama politico provinciale evidenzia negli ultimi tempi un momento di grande confusione legato all’incapacità del Partito Democratico di realizzare scelte energiche e propositive che non siano legate solo alla gestione del potere. Identico ragionamento, anche se con sfumature diverse, per alcuni versanti del Pdl allo stato bloccato da logiche interne, per non dire di aspirazioni correntizie, chiuso nello specchio riflesso dell’Ente Provincia come unico esempio di amministrazione da proporre per aggregare consensi e nuovi esaltanti risultati. Resta l’incognita del “centro”: nel suo arcipelago, avanza con toni gattopardeschi ma efficaci il pensiero De Mita capace di posizionarsi con la consueta abilità nel variegato mondo delle difficoltà altrui. De Mita sembra ( e lo è), ancora una volta, il più lucido tra i politici presenti nella nostra provincia e nel panorama politico in generale. Il suo disegno frutto del ragionamento, spiazza avversari e spesso anche i “distratti” amici della politica. Al centro per ora c’è l’Udc di De Mita e poi il partito delle Autonomie che dovrà radicarsi sul territorio e tanti “anti” che dovranno risolvere con la coerenza le scelte di ieri… e del prossimo domani. Ecco perché il congresso del Pd, dopo le scelte autolesionistiche imposte dall’alto con alcune discutibili candidature alla Provincia e con le successive scelte negli Enti di servizio e la “decapitazione” di Franco Vittoria con le conseguenti polemiche legate alle primarie e alle scelte dei delegati, diventa l’occasione per tastare il polso ad un partito che appare privo di “sprint” e per dirla tutta di una leadership capace di aggregare e di motivare. Oggi sarà un congresso atteso dai tanti attori e comparse di Via Tagliamento: alcuni per la verità ripescati per motivi ancora poco chiari ed altri con il vizio antico della “furbizia” dei naufraghi capaci di salvarsi nel mare in tempesta senza canotti e con l’aiuto di mezzi di soccorso di potenze straniere. Un congresso atteso dai mass media e dalle gente comune che questa volta…vuol comprendere e scegliere. Con la crisi attuale e con le proposte dei soliti nomi per il futuro della Regione, l’opinione pubblica che ha scelto il Pd attende nomi nuovi e classe dirigente credibile. Certo…se i protagonisti saranno i soliti nomi noti…il futuro può attendere. E questa volta per i naufraghi non ci saranno mezzi di soccorso!!!
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