Avellino – A questo punto non resta che attendere la decisione che verrà presa in sede di direzione regionale, perché la vicenda del congresso provinciale del Pd rischia di segnare un nuovo fronte di spaccatura all’interno del partito di via Tagliamento. Nel caso in cui l’organismo di via Generale Orsini dovesse disconoscere la scelta emersa ieri della Commissione di Garanzia di Avellino, gli esponenti del Pd dell’area Franceschini potrebbero comunque procedere alla celebrazione del congresso, con le conseguenze già viste nel corso della prima fase del congresso cittadino.
Ieri, la Commissione ha accolto la proposta avanzata dal componente Carmine Russo (di area Bersani) sullo slittamento di una settimana dell’assise provinciale e quindi anche di quelle cittadine.
In sostanza, i franceschiniani spingono – forti anche della volontà della direzione di non prendere in considerazione la data congressuale – per indicare la strada alla direzione regionale, cioè quella di celebrare subito il congresso. “Si rende necessario celebrare a dicembre il congresso – ha spiegato Enzo Venezia – con l’auspicio che sia un’assise unitaria. Il Pd irpino è in piena emergenza politica. Il partito vive una fase di confusione: ecco perché, con le regionali alle porte, sarebbe meglio celebrare un congresso, seppur tra mille difficoltà, ma che sia solido e partecipativo, piuttosto che ritrovarci in piena campagna elettorale in perenne difficoltà”.
Sulla sponda opposta, invece, bersaniani e mariniani hanno inteso la disposizione di ieri come un semplice atto finalizzato a recuperare tempo in attesa che l’organismo regionale si esprima.
A far chiarezza è Rodolfo Salzarulo, esponente bersaniano di ‘Territori e nuove generazioni’: “Siamo perché il congresso si faccia ma Avellino non può pensare di ragionare come fosse una Repubblica indipendente. Dunque, non saremo di certo noi di Territori e Nuove Generazioni a chiedere di non farlo. Non chiederemo di evitare il congresso ma è evidente che ci atterremo solamente e strettamente a quanto verrà deciso in sede di direzione regionale. Ribadisco il sostegno affinchè si arrivi alla celebrazione del congresso, ma che venga gestito non in maniera avulsa dal resto della Regione. Vogliamo che sia fatto garantendo tutti”.
Un voto, quello della direzione, che a questo punto diventa fondamentale: “Se poi – continua Salzarulo – la direzione regionale dovesse optare per un’altra scelta, è necessario che si costituisca un organismo di garanzia. La direzione attuale non corrisponde più alla reale struttura del partito. Ci vuole un comitato composto da 4 rappresentanti per ogni mozione nazionale ed un assemblea di coordinamento che coinvolga gli eletti nell’assise nazionale e regionale”.
E a chi ha voluto sottolineare la ‘nota stonata’ rappresentata dalla scelta di Carmine Russo nel corso della riunione di ieri, Salzarulo, infine, ha risposto: “Non la leggo questa sorta di spaccatura all’interno dell’area Bersani”.
Insomma, la partita vedrà probabilmente il suo atto conclusivo soltanto nel corso della nuova riunione della direzione regionale.