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Pd – Bersaniani: “Chi voleva ribaltare si è trovato ribaltato”

Avellino – “Il senatore De Luca mi ha rimproverato di non sorridere mai. Non è vero, stasera sorrido”: toni sarcastici per l’apertura della conferenza stampa del Pd affidata a Lucio Fierro che, al fianco di Rodolfo Salzaruolo e del candidato alla segreteria Luigi Famiglietti, ha consegnato l’analisi politica del dato fornito dall’elezione dei delegati del prossimo congresso provinciale.
Difficile venire a capo di una situazione che definire contorta è riduttivo: ogni mozione rivendica i propri numeri, sempre ed ovviamente diversi. Ma la vera sorpresa è l’aver preso atto che le cifre, non definitive, consegnano all’opinione pubblica il ‘pressappochismo’ di un partito che nei fatti di unità non ne vuol proprio sapere.
E come non sgranare gli occhi quando il sindaco di Lioni ha mostrato agli astanti svariati plichi, ancora sigillati, contenenti i verbali di alcuni comuni ancora non consegnati alla commissione di garanzia. Non ci vuole allora un esperto per formulare una domanda ovvia: di quali numeri stiamo parlando?
Concedeteci la licenza: cifre reali o numeri… ‘mentali’?
Ma veniamo ai fatti, o meglio ancora alla versione dei bersaniani che di poche ore segue le nota ufficiale del presidente della commissione di garanzia Enzo Venezia.

Secondo l’analisi di Fierro il 37,2% premia le correnti legate al segretario nazionale che guadagnano rispetto al passato un +3,02%. Anche se “c’è stato – ha accusato Fierro – un lavorio ai nostri fianchi che ha portato pezzi della nostra forza a gareggiare altrove”. In proposito, tra i vari esempi, quello del sindaco di Grottaminarda Giovanni Ianniciello alla guida del listone di Ariano Irpino. E nonostante tutto “la corazzata franceschiniana” avrebbe perso non meno del 10%.
Avellino, poi, secondo Fierro supera ogni immaginazione. “Nei circoli si è votato senza lista degli iscritti, neanche quella generale. Se io stesso avessi fatto un giro avrei potuto votare dappertutto”.
Numeroso poi l’elenco di “storture” che avrebbe contribuito alla definizione del risultato, operazioni condotte “da furbetti da quartierino. Ma io considero una stupidità la forzatura degli imbrogli”.
Ferma restando la probabile presentazione di ricorsi, qualora ce ne siano gli estremi, l’esponente di ‘Un senso alla nostra storia’ prende atto di come “ancora una volta chi voleva ribaltare si è trovato ribaltato”.

Il consueto equilibrio di Rodolfo Salzaruolo si è trasformato oggi in sincera preoccupazione per un puzzle che, seppur completo, manca di alcuni dettagli. Come i plichi sigillati, appunto, che dimostrerebbero l’inconsistenza dei risultati su cui ci si trova tuttavia a discutere. “Elezioni bulgare” le ha definite il sindaco di Lioni abbandonandosi ad una licenza spiritosa per far calare la tensione: “… gli asinelli da Kabul sono appena arrivati per consegnare alcuni documenti”.
A Salzarulo resta una domanda che è quella che, in fin dei conti, molti esponenti del Pd continuano a porsi: perché si sta trasformando tutto in un ‘votificio’ e non si discute mai?

Resta il fatto che un partito in stato comatoso, ancora alla ricerca di una salda unità, si troverà sabato a celebrare un congresso. Paradossale.
Ma secondo il sindaco di Frigento Luigi Famiglietti è il momento delle grandi responsabilità. E sabato il congresso vedrà nei bersaniani “l’unione di gruppi con idee convergenti” a sostegno di Luigi Famiglietti. Mentre dall’altro lato, ha incalzato Fierro, “ci sarà una lista che è la federazione dei tanti potentati”. “E farei qualsiasi sacrificio – ha concluso – se qualcuno quantomeno riconoscesse le responsabilità del passato. Ma dubito possa succedere. In fin dei conti in due anni il Pd non ha offerto neanche un luogo per discutere, al massimo ha deciso chi dovesse andare ad occupare i consigli di amministrazione. Ma questo Pd non serve più”.
E siamo pronti a giurare che, da qualsiasi punto di vista, siano in molti a pensarla allo stesso modo. Per questo lasciamo a Fierro una conclusione. Lui l’ha rimarcata, a noi riportarla a mò di consiglio: “Diamoci una regolata”. (di Manuela Di Pietro)

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