Avellino – Il Partito democratico entra nella fase congressuale provinciale avendo a riferimento l’esigenza di trovare l’unità intorno ad un programma e, soprattutto, al rappresentante che dovrà assumere la responsabilità di avviare un cammino molto difficile, ma praticabile. L’assemblea dei delegati regionali è stata convocata per ieri sera dall’assessore regionale Enzo De Luca per iniziare il confronto in vista dell’appuntamento di sabato 24 novembre, ma l’assemblea ha dimostrato di avere già le idee chiare ed ha incoronato Giuseppe De Mita per la guida del partito. In quattro ore di interventisono state proposte numerose terapie per dare al Partito democratico ciò che fino ad oggi è mancato e per consentire lo sviluppo di un progetto articolato e complesso che è nato in modo sbagliato – come ha sottolineato Ciriaco De Mita – perché si è trattato di un mezzo aborto legato alla necessità di far nascere un partito per tentare di salvare un governo, che è sempre a rischio. Il leader irpino ha aggiunto che l’esigenza del nuovo partito è stata accompagnata dal realizzarsi dalle tappe successive e si è così rapidamente giunti alla nascita dei nuovi quadri provinciali. De Mita ha subito posto sul tavolo alcune questioni: no al criterio della pari dignità, che – ha spiegato – significherebbe lottizzazione e se passasse quel criterio il partito non decollerebbe e si romperebbe, ma appoggio convinto a coloro i quali offrono un disegno alla collettività. Il leader ha aggiunto che l’unità del partito si costruisce proprio intorno alla condivisione di una proposta, che successivamente devrà essere discussa con gli altri, perché il Partito democratico non può rappresentare una somma aritmetica. “L’obiettivo è quello di lanciare la rete oltre la tradizionale appartenenza politica – ha affermato – e la classe dirigente deve essere funzionale a determinati obiettivi”. De Mita ha ggiunto di non gradire più le riunioni dei sottogruppi e di essere disponibile ad aprire a qualche escluso per caso. Il presidente della Provincia, Alberta De Simone, ha attaccato il “plebiscitarismo” di Veltroni, che ritiene di essere in qualche modo il propprietario del Partito democratico. “A Roma – spiega la De Simone – è passata l’idea che non noi vogliamo un partito aereo, ma un partito fatto di uomini e donne”. Il presidente ha allertato i delegati in ordine al rischio che ci si perda nelle correnti interne, che sarebbero deleterie per un partito che vuole essere il nuovo. Tra il centralismo democratico e le correnti deve incunearsi un partito che rappresenta il pluralismo di opinioni. il Presidente della Comunità Montana Vallo Lauro Baianese, Franco Vittoria, ha sottolineato la necessità, per il Partito democratico, di superare le ipotetiche fratture generazionali per dare nuovamente vita a radici rinnovate ed ha ammonito gli ex diesse di non portarsi dietro il complesso di Michele D’Ambrosio. E Lucio Fierro, presidente dell’Alto Calore Patrimonio, gli ha subito risposto, sottolineando di non voler più sentir parlare di ex Ds o ex Margherita. Ha ammesso le differenze, ma ha aggiunto che sono proprio le diversità a rendere il Partito democratico una struttura aperta agli altri. Evidentemente, sia pure con qualche osservazione aggiuntiva, ha dichiarato il sostegno alla candidatura di Giuseppe De Mita. L’assessore De Luca ha insistito ancora sulla partecipazione straordinaria ad un processo di rinnovamento che non ha precedenti nella storia repubblicana e che rappresenta un patrimonio che il Partito democratico non può sciupare. L’esponente di Palazzo Santa Lucia ha evidenziato che un partito è forte se riesce a rappresentare gli interessi e le opinioni dei singoli cittadini e sia ben radicato sul territorio. E’ tornato sulla necessità che si apra un dialogo con tutte le anime del partito per consentire di sviluppare un cammino futuro. Partecipazione e questioni sociali sono stati al centro anche degli interventi dell’assessore Rosa D’Amelio e del capogruppo regionale Mario Sena. Tutti hanno confermato la piena fiducia nei confronti di Giuseppe De Mita.